Aver delegato Poste Italiane Spa alla gestione della Banca del Mezzogiorno è stato un errore, prima di tutto politico e poi finanziario – è quanto dichiara Sergio Passariello, Presidente di Imprese del Sud, movimento imprenditoriale del mezzogiorno, nato per tutelare gli interessi delle PMI meridionali.
In un contesto finanziario globale, – ricorda Passariello – dove il dinamismo nell’attuare i processi e la velocità di decidere sono funzioni principali, per dare ossigeno alla nostra economia, affidare la gestione della Banca del Mezzogiorno ad una società pubblica che non ha nel proprio dna, il concetto di Banca, è stata l’ennesima scelta sbagliata che dimostra palesemente, l’incapacità della nostra classe politica, nel mettere a frutto le poche risorse economiche rimaste.
Altro errore – continua Passariello – è stato quello di aver estromesso dalla Governance gli istituti popolari e le banche di credito cooperativo, che dovevano essere il vero volano commerciale del nuovo Istituto. Avremmo avuto un azione finanziaria, sui territori, rivolta alle PMI del Sud e non alle multinazionali, così come leggo sugli organi di stampa.
L’intento dell’allora Ministro Giulio Tremonti, è stato lodevole, – aggiunge Passariello – ma poi appena lo strumento è entrato nelle mani dei superburocrati di Stato, ha perso di fatto il suo scopo principale ed è diventato strumento di finanziamento collaterale che ha prodotto aiuti finanziari ad aziende del calibro di Ansaldo, Fiat e Fincantieri, ma anche big di settore come Grimaldi Lines, De Cecco e Acquedotto Pugliese (Aqp), la SpA della Regione Puglia che gestisce l’impianto idrico più grande d’Europa.
Tutto ciò è assurdo! – conferma Passariello – eppure nell’oggetto sociale dell’Istituto leggo testualmente che tra gli scopi principali c’è quello di aumentare la capacità di offerta del sistema bancario e finanziario del Mezzogiorno nonché canalizzare il risparmio verso iniziative economiche che creano occupazione nel Mezzogiorno, tutti principi ad oggi disattesi dalla Governance della Banca che, a mio parere dovrebbe immediatamente rassegnare le dimissioni.
Intanto i dipendenti assunti aumentano (da 183 a 220 in un anno) e gli sportelli Bancari aperti al Sud, sono appena 250, contro i 7500 che potevano andare a regime se solo si fosse data fiducia a chi vive il territorio e ne conosce le esigenze.
Come al solito la politica, specialmente del Sud, latita! Nessuno che interviene per fermare questa gestione capestro che ha abbandonato totalmente la sua mission.
Quelle risorse, – conclude Passariello – potevano essere utilizzate sicuramente meglio se ad esempio, lo Stato Italiano, tramite le Regioni, avesse consentito la patrimonializzazione dei Confidi del Sud, che in funzione delle loro prerogative legislative, fungono da leva per la erogazione di credito, secondo un moltiplicatore riconosciuto in base alla rischiosità del confidi stesso che può variare da uno a trenta.
Altro che Banca del Mezzogiorno!