La stretta sulle Partite IVA potrebbe essere meno rigida del previsto secondo le ultime anticipazioni della maggioranza di Governo in merito alla manovra 2020, che vedono allontanarsi l’ipotesi di obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari e del regime analitico di determinazione del reddito.
A comunicare le novità è stato il viceministro all’Economia, Antonio Misiani, davanti all’assemblea di Confesercenti: “Ha prevalso la scelta di assoluto buonsenso di proseguire con il regime forfettario di determinazione dei costi per semplificare la vita dei contribuenti”.
Il Governo pare dunque essere andato incontro alle richieste arrivate dal mondo delle professioni e del lavoro autonomo, come sottolinea il sito delle piccole-medie imprese pmi.it, secondo cui sembra altresì probabile che venga reintrodotto il paletto che impedisce l’ingresso nel regime forfettario ai lavoratori dipendenti che guadagnano almeno 30mila euro annui.
E’ necessario attendere il testo della manovra 2020 e del dl fiscale collegato per sapere con precisione come verrà modulata la norma. Le ultime giornate sono state caratterizzate da una lunga serie di vertici di maggioranza che, pare, hanno portato all’accordo politico fra le parti in causa.
Forfettario 2020
In base alle attuali anticipazioni, il regime forfettario nel 2020 dovrebbe a grandi linee avere le seguenti regole:
- aliquota al 15%,
- tetto di ricavi 65mila euro,
- determinazione del reddito con coefficiente per tipologia di attività
- limite di 20mila annui per acquisto beni strumentali, altrettanti per i compensi dei collaboratori.
Requisiti di accesso
Non potranno più accedere al regime forfettario i lavoratori dipendenti che guadagnano oltre 30mila euro (in base alla norma attuale, invece, i lavoratori dipendenti possono aprire partita IVA ed entrare nel forfettario nel caso in cui i ricavi dell’attività autonoma siano sotto i 65mila euro).
Flat tax
E’ confermata l’eliminazione invece della flat tax al 20% per le Partite IVA fra i 65mila e i 100mila euro, una norma che era stata inserita nella legge di Bilancio dello scorso anno con entrata in vigore 2021, e che invece il Governo ha deciso di abbandonare, nell’ambito di una nuova strategia fiscale non più incentrata sulla flat tax.