La società russa Gazprom punta a ridurre il transito di gas attraverso l’Ucraina. Il progetto di gasdotto Nord Stream 2, in costruzione nel Mar Baltico, è un progetto molto controverso sia per le implicazioni ecologiche che per quelle geopolitiche.
Alcuni analisti energetici sostengono che il progetto Nord Stream 2 sia fondamentale per la sicurezza energetica. Tale analisi può essere descritta come errata se alle visioni di diversificazione energetica aggiungiamo l’importanza della diversificazione delle rotte di approccio.
L’Italia, con il sostegno dell’Europa, sta puntando sull’Azerbaigian e sui ricchi giacimenti di gas del paese che intrattiene ottimi rapporti con l’Europa e con il nostro paese. Nuove rotte energetiche con la Russia potrebbero implicare nuovi ricatti da parte della Federazione all’Europa, senza dimenticare il rafforzarsi dell’egemonia ai danni dell’Ucraina.
Altre preoccupazioni provengono anche dal mondo degli attivisti ecologisti e dalle ONG. La costruzione del gasdotto nel Mar Baltico può provocare un impatto ambientale irreversibile tale da rendere impossibile l’uso dell’area acquatica per la pesca e per servizi legati alla blue economy.
L’Agenzia danese per l’energia ha concesso a Nord Stream 2 l’autorizzazione a costruire parte del gasdotto sulla piattaforma continentale del paese, a sud-est di Bornholm nel Mar Baltico ma sono sorte alcune problematiche riguardanti i rifiuti che provengono da armi chimiche, anche di epoca sovietica, e prove d’inquinamento da radiazioni preoccupanti, proprio in alcune zone individuate dalle autorità russe per la costruzione del gasdotto. Ambiente e geopolitica le preoccupazioni che sembrano girare intorno al progetto.
Un’allarme lanciato anche dai servizi segreti della Repubblica di Estonia. La creazione del gasdotto aumenta la dipendenza economica dei paesi europei alle importazioni e alle logiche geopolitiche della Russia.
“Si consegna alla Russia ulteriore influenza politica sugli stati dell’Europa e ciò rappresenta un grande problema per l’Estonia e i paesi baltici“, rilanciano le analisi dei servizi segreti dell’Estonia.
L’entità senza precedenti dell’investimento e l’enorme impatto che potrebbe conseguirne in settori fondamentali delle attività dell’Unione Europea, quali in particolare la salute dei cittadini europei, la tutela ambientale, la sicurezza energetica, sono stati lo stimolo per analizzare dettagliatamente i problemi connessi al progetto.
Lo scetticismo e anche all’interno delle istituzioni europee, soprattutto, dal punto di vista giuridico.
Ad oggi, una delle principali questioni che inseriscono elementi di insicurezza all’interno del progetto, riguardano l’aspetto legale. È oggetto di dibattito se il progetto offshore Nord Stream 2, che attraversa acque dove vige la legislazione europea e acque territoriali appartenenti ad un Paese terzo, la Russia, debba rientrare nella regolamentazione europea.
I progetti europei devono applicare il pacchetto normativo della EU Energy Liberalization Law, conosciuto anche come 3rd Energy Package.
Attualmente il gasdotto si trova in una condizione da vuoto legislativo, la cui soluzione potrebbe giungere addirittura oltre il termine dei lavori e tali implicazioni preoccupano non poco i protagonisti europei. Anche gli Stati Uniti d’America sono contrari all’ampliamento del progetto, poiché visto come una vera e propria minaccia geopolitica, una minaccia in grado di ridimensionare in modo considerevole le politiche energetiche in Europa, aumentando la forza delle interferenze russe ai confini dell’Europa.