Nel nostro paese, considerando la vocazione storica e geografica, vanno diffondendosi nuovi percorsi di formazione per comprendere le potenzialità della blue economy.
Recentemente, in occasione del sesto Working Group on Blue Economy, organizzato dall’Union for the Mediterranean tenutosi a Bruxelles, le autorità e gli stakeholder del Mediterraneo si sono incontrati per discutere delle nuove competenze emergenti nel mondo del lavoro nei settori dell’economia blu.
Il meeting è stato un’occasione per poter presentare e approfondire le best-practices del Mediterraneo. Tra queste anche l’iniziativa coordinata dal Distretto della Pesca e Crescita Blu di Mazara del Vallo, presieduto da Nino Carlino, che vede coinvolti diversi partner del Mediterraneo, sia della sponda Nord (Italia, Francia, Spagna, Malta, Portogallo) sia della sponda Sud (Algeria, Tunisia, Marocco) e che ha riscosso grande interesse associando altri 20 importanti partner dell’area del Mediterraneo.
Il progetto partecipa al bando “ENI CBC MED” e si attende l’esito finale della valutazione entro questo mese di dicembre.
I contenuti dell’idea progettuale, dal titolo “MED-CLASS-BEST“, sono stati decritti a Bruxelles dal professor Stefano Fricano, componente dell’Osservatorio della Pesca e docente del Dipartimento di Economia dell’Università di Palermo. Il progetto è stato realizzato anche con l’importante contributo offerto dall’Iniziativa Westmed e mira a costruire un grande Cluster nel Mediterraneo che possa fungere da piattaforma centrale per lo sviluppo dei settori dell’economia blu sfruttando la sinergia e la cooperazione di tutti i principali attori.
L’iniziativa Westmed è stata creata e finanziata dalla Commissione Europea per aiutare le istituzioni pubbliche, il mondo accademico, le comunità locali, le piccole e medie imprese e gli imprenditori di entrambe le sponde del Mediterraneo occidentale a sviluppare insieme progetti marittimi locali e regionali.
Concretamente, come coniugare impresa ed economia blu attraverso la formazione?
Sviluppando le conoscenze e le competenze legate alle attività ed alle dinamiche competitive di imprese ed organizzazioni presenti nelle filiere industriali afferenti alla cosiddetta “Economia del Mare”, sia a livello operativo che a livello strategico.
Acquisire contenuti e metodologie che spaziano dall’economia e dal management alla statistica, alla giurisprudenza fino a tematiche connesse all’innovazione tecnologica, consentendo così ai discenti di far propri competenze e strumenti necessari ad affrontare ed analizzare i processi critici nelle aree di business più rilevanti dell’Economia del Mare, quali ad esempio, il settore dei servizi di trasporto, le attività logistiche associate ai porti, la nautica da diporto, la cantieristica ed il turismo crocieristico.
Un portafoglio di modelli e tecniche che copre tutte le più importanti problematiche del management delle aziende presenti nel settore marittimo-portuale e le metodologie più avanzate di problem solving.
Nelle imprese di trasporto marittimo ed intermodale, in quelle che si occupano dei servizi logistici ed in quelle dell’indotto del cluster dello shipping, oltre a ricoprire funzioni produttive e manageriali è importante svolgere attività imprenditoriale promuovendo le nuove potenzialità della blue economy. La formazione risulta essenziale per comprendere la portata di tale innovazione.