Aumento dal 2016 delle aliquote IVA oggi al 22% e 10%: il meccanismo è previsto dalla clausola di salvaguardia confermata nella Legge di Stabilità 2015, che ipotizza un incremento spalmato, rispettivamente, in tre e due anni. Attenzione: scatta solo se nel 2015 non ci saranno adeguati risparmi per assicurare i saldi di bilancio. In pratica, l’articolo 45 della manovra ripropone la clausola in Finanziaria 2014 (comma 430 legge 147/2013), facendola slittare di un anno, al primo gennaio 2016. Se entro questa data i risparmi di spesa non sono sufficienti scatta l’aumento dell’IVA.
Le bozze non lo quantificano, ma secondo indiscrezioni l’aliquota del 10% aumenterebbe fino al 13% nel 2017 e l’aliquota ordinaria del 24% potrebbe arrivare al 25,5% nel 2018. In attesa di leggere il testo ufficiale della Legge di Stabilità, analizziamo la ratio della norma.
Ripresa dei consumi
La misura in teoria dovrebbe andare nella direzione di finanziare la riduzione della pressione fiscale, compensando 18 miliardi di tasse, ma di fatto non andrà a favorire i consumi andando a pesare su tutti i contribuenti italiani indistintamente.
Eppure proprio la ripresa dei consumi è uno dei punti chiave del programma Renzi, tanto per fare un esempio: è con questo obiettivo che con la Legge di Stabilità 2015 è stato reso stabile il bonus di 80 euro in busta paga.
Deficit pubblico
Il fatto è che l’Esecutivo deve fare i conti anche con il deficit pubblico, che secondo le regole UE non deve superare il 3%. Così per far quadrare i conti il Governo ha confermato l’aumento delle accise su benzina e gasolio, e ha introdotto la clausola sul possibile aumento dell’IVA nel 2016.