Ufficiale il Decreto Liquidità che intende fronteggiare la crisi economica per le aziende. Con questa nuova misura il Governo sostiene di aver messo in campo fondi per far sopravvivere le imprese, ma sono innumerevoli le problematiche che vengono riscontrate, soprattutto per quanto riguarda i finanziamenti sotto i 25 mila euro per le piccole imprese.
Non è stato sufficientemente spiegato – infatti – che secondo quanto previsto all’art.14 del decreto, le garanzie statali non saranno rilasciate per quelle imprese che, anteriormente al 30 gennaio 2020, avevano una posizione classificata di sofferenza (con crediti la cui totale riscossione non è certa poiché i soggetti debitori si trovano in stato d’insolvenza), di partite incagliate, cioè con esposizioni verso affidati in temporanea situazione di obiettiva difficoltà, di esposizioni scadute o sconfinanti, cioè esposizioni che sono scadute o eccedono i limiti di affidamento da oltre 90 giorni, di inadempienze probabili, cioè esposizioni per le quali la banca valuta improbabile, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, che il debitore adempia integralmente le sue obbligazioni creditizie.
Va ribadito che il DL Liquidità ha disposto stanziamenti che, secondo il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) , non appaiono sufficienti per garantire tutte le potenziali richieste (il Consiglio nazionale stima possa coprire il 50%) e quindi la norma non prevede un rifinanziamento automatico dei fondi in caso di insufficienza.
Dunque, in assenza di tale rifinanziamento, il Fondo potrebbe applicare un ordine cronologico all’assegnazione delle garanzie, applicando quell’eccedenti le ordinarie regole previste dal fondo. Tale sistema creerebbe problematiche immense perché il sistema bancario deve muoversi secondo forti cautele nell’assegnazione dei finanziamenti.
Imprese del Sud invita il governo a non diffondere illusioni e a chiarire la posizione assunta nei confronti di quelle aziende che erano alle prese con situazioni di difficoltà già prima dell’emergenza coronavirus, e che oggi si troveranno abbandonate di fronte a un’emergenza dalle gravissime conseguenze. Non è questo il momento per fare i conti in tasca e adottare rivalse sulle riscossioni: ogni cosa ha il suo tempo, e la priorità odierna è garantire la sopravvivenza del nostro tessuto produttivo.