La produzione del caffè e del cacao e le nuove visioni dell’internazionalizzazione

Circa il 70% del caffè del mondo e il 90% dell'approvvigionamento globale di cacao provengono da piccoli agricoltori in Africa, Asia e America Latina.

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Ripensare le grandi produzioni del nostro pianeta è divenuta un’urgenza sia per i lavoratori del settore che per i produttori. Il riscaldamento globale, la deforestazione, le malattie e la perdita di impollinatori stanno compromettendo la produzione del caffè e quella del cacao, che rischiano di divenire, entro pochi anni, prodotti introvabili. Senza adeguati meccanismi di conservazione, misure di monitoraggio e conservazione delle sementi, queste colture potrebbero diventare un ricordo del passato in molte regioni del mondo. Per mettere a punto una strategia che salvi due delle colture più minacciate al mondo, le Missioni Permanenti Italiane e Svizzere alle Nazioni Unite hanno recentemente organizzato un importante dibattito con l’Alleanza della Bioversità Internazionale e il CIAT attraverso un webinar intitolato “How do you like Cocoa and Coffee?“, che si è svolto l’8 settembre. L’evento online fa parte dell’iniziativa Mediterranean Diet’s Principles for Agenda 2030, una serie di sessioni tematiche promosse dalla Rappresentanza Permanente Italiana che mirano a sensibilizzare su come la Dieta Mediterranea possa contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Nonostante non siano originarie della Dieta Mediterranea, il consumo di caffè e cacao appartiene alla cultura culinaria di intere regioni europee, della nostra Penisola e il drastico declino della produzione di cacao e caffè significherebbe anche cancellare il patrimonio culturale che accompagna queste due colture. Cacao e caffè sono ormai parte integrante della cultura culinaria del bacino mediterraneo, dove vengono consumati e utilizzati quotidianamente nella produzione alimentare, dolciaria e nelle cucine di tutta Italia. Circa il 70% del caffè del mondo e il 90% dell’approvvigionamento globale di cacao, infatti, provengono da piccoli agricoltori in Africa, Asia e America Latina. La pandemia sanitaria e il recente blocco economico causato dall’emergenza sanitaria ha esercitato un blocco della domanda, portando giù i prezzi negli ultimi tre mesi. Di conseguenza, i Paesi che si affidano al caffè o al cacao come principali settori dell’economia potrebbero vedere una significativa diminuzione del loro PIL. Con la produzione di cacao e caffè concentrata in alcune delle parti più povere del mondo, garantire rendimenti più elevati e più sostenibili può essere un’ancora di salvezza dalla miseria per le famiglie agricole e le comunità rurali.

Durante i lavori online, gli esperti hanno analizzato come affrontare la situazione e come incentivare l’export della produzione adoperando criteri di sostenibilità ambientale e certezze giuridiche per i lavoratori. Analizzare strumenti, approcci e innovazioni per preservare e promuovere la diversità di cacao e caffè per rafforzare i mezzi di sussistenza dei piccoli agricoltori e garantire il funzionamento delle catene di approvvigionamento. Descrivere, monitorare e far conoscere attraverso la creazione di network e percorsi conoscitivi e formativi per le imprese e gli imprenditori quelli che sono le migliori pratiche e i migliori approcci per collegare le filiere, unire il mondo dei produttori e dei consumatori di cacao e caffè, puntare a migliorare le opportunità di mercato per i piccoli agricoltori.

L’iniziativa online è stata moderata da Romano De Vivo, del Centro per la Responsabilità Aziendale e la Sostenibilità presso l’Università di Zurigo e ha visto la partecipazione di Vincenza Lomonaco, Rappresentante Permanente d’Italia presso le Agenzie delle Nazioni Unite a Roma, il suo collega svizzero, Ambasciatore Pio Wennubst, Juan Lucas Restrepo, Direttore Generale dell’Alleanza di Bioversity International e CIAT e Massimo Riccardo, Rappresentante Permanente Italiano presso l’UNESCO.

Gli esperti invitato a guardare con estrema attenzione il processo di produzione di cacao e caffè sull’economia mondiale e l’impatto di tali prodotti sull’agroalimentare. Viene evidenziato un drastico calo della disponibilità di tali prodotti nei prossimi 30-40 anni se non si adoperano subito strumenti e approcci innovativi per preservare la sostenibilità, promuovere la diversità alimentare, rafforzare i mezzi di sussistenza delle popolazioni locali, garantire il funzionamento della filiera e dell’approvvigionamento attraverso la formazione, la conoscenza e la promozione sostenibile dell’export. Creare momenti aggregativi e incontri B2B per descrivere le migliori pratiche esistenti e collegare il mondo del consumo con quello della produzione appare l’unico rimedio alla crisi del settore. Per una sana produzione di caffè e cacao, la diffusione dell’innovazione e della conoscenza appaiono fattori essenziali per la competitività dei sistemi di impresa e dei contesti produttivi. Elementi che Euromed International Trade sta rafforzando e implementando anche per la comprensione dei sistemi contemporanei e sostenibili del mondo agroalimentare. Strumenti efficaci per inserirsi nel mondo del lavoro ed in esso crescere, lungo tutto l’arco della vita lavorativa.

Favorire il corretto posizionamento dell’azienda verso i nuovi mercati di interesse legati al caffè e al cacao e coltivare la selezioni sostenibile e sicura di fornitori è altro aspetto da valorizzare e sviluppare. Euromed International Trade aiuta a definire limiti e potenzialità delle aziende interessante a tale mondo, definendo e rappresentando la scena in cui si andrà ad operare. Sviluppare i punti di forza dei prodotti e implementare i servizi in riferimento al mercato d’interesse è importante per il rafforzamento dell’impresa sui mercati esteri. L’aggiornamento delle competenze è alla base di un progetto di successo in collaborazione con partners internazionali.

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