Il Mezzogiorno attutisce il colpo rispetto al calo dell’export nazionale nei primi nove mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 (-12,5%). Lo sostiene un rapporto sull’export regionale elaborato da SACE, che mette in evidenza le ottime performance dei prodotti agroalimentari e del Molise, che ha registrato una crescita delle vendite oltreconfine significativa (+31,4%).
Secondo gli analisti dell’agenzia governativa lo shock pandemico ha messo ancor più in risalto le potenzialità inespresse dell’export del Mezzogiorno, che potrebbero essere sviluppate nel prossimo futuro sia verso quelli che sono già importanti partner commerciali (come Stati Uniti, Francia e Germania), sia verso geografie ancora poco conosciute ai prodotti meridionali.
Si osserva quindi una tenuta del Sud Italia superiore a quella del Nord: un dato interessante anche per le prospettive future del Mezzogiorno in termini di export. Le potenzialità del Meridione sono elevate: un confronto con le performance dei peer, la similarità tra domanda e offerta di export e le prospettive di crescita del mercato, evidenzia una domanda di circa 17 miliardi di euro ancora inespressa.
Questo risultato nel 2020 da parte del Mezzogiorno è stato possibile grazie a due fattori, uno di carattere settoriale, rappresentato da una propensione per l’agroalimentare dell’export del Meridione, e uno geografico, dato da una performance eccezionale dell’export del Molise, che ha avuto, nonostante lo shock pandemico, una crescita di oltre il 30%.
Il primo fattore, quello più importante, attesta che l’export di queste regioni si compone in gran parte di prodotti del settore agroalimentare il quale, nonostante la crisi, è riuscito a mantenersi in crescita. In Campania, Puglia, Abruzzo, Basilicata, Molise e Calabria il tasso medio di crescita del comparto di alimentari e bevande nei primi nove mesi del 2020 è stato del 10,1% rispetto allo stesso periodo del 2019, contro la media nazionale pari all’1,3%. Nel mentre, le vendite all’estero di prodotti agricoli sono aumentate in modo più contenuto (+6,7%), una crescita imputabile quasi esclusivamente ai prodotti pugliesi.
Il dato è ancor più positivo se si considera che l’export nazionale di prodotti agricoli mostra per i primi tre trimestri del 2020 una sostanziale stabilità in termini tendenziali (+0,02%). Fra le regioni italiane, è stato il Molise, seguito dalla Basilicata, a registrare la crescita più ampia nel settore alimentare in termini percentuali. Mentre, con quasi 300 milioni di scarto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, i prodotti alimentari campani hanno raggiunto il miglior risultato in termini di valore.
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