Il mercato europeo guadagna punti grazie all’export verso la Cina, forte di un balzo in avanti del 29,2%. Risultato per certi versi scontato, tenendo conto del fatto che nel gennaio del 2020, per Pechino, è stato già un mese penalizzato dalla diffusione della pandemia, arrivata in Europa e in Italia solo successivamente. Il rapido sviluppo della Cina è universalmente considerato uno dei cambiamenti più importanti dell’economia globale. La Cina, in quanto seconda economia mondiale è un protagonista globale di primo piano sempre più in grado di rivaleggiare con gli USA.
Molto buoni sono anche i risultati dell’export europeo “interno”, tra gli Stati membri, che si confermano migliori rispetto ai mercati extra-Ue. Determinante da questo punto di vista è la performance del primo mercato di sbocco, la Germania, che chiude il mese in crescita. Un effetto tutto europeo dovuto in particolare della ripresa del settore auto. Sia dal lato delle vendite dirette (il nostro export cresce dell’11,8%) che della filiera complessiva dei componentisti, con l’area dei prodotti in metallo a lievitare del 10,8%.
Nel confronto con il 2020, il mese di gennaio 2021 presenta due giornate lavorative in meno. Per quanto il legame giorni lavorati-export sia meno stringente rispetto al vincolo più diretto nei confronti della produzione, è evidente che qualche punto percentuale di vendite oltreconfine si sia perso per strada. Impatto comunque non valutabile in modo puntuale, tenendo conto che a differenza di quanto accade ad esempio per la produzione industriale, in questo caso l’Istituto nazionale di statistica rileva solo le informazioni grezze, che appunto non considerano gli effetti del calendario.
In Italia, nel gennaio 2021, l’Istat registra una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le esportazioni (+2,3%) che per le importazioni (+1,2%). L’incremento su base mensile dell’export è dovuto, in particolare, all’aumento delle vendite verso il mercato europeo (+4,0%) mentre quello verso i mercati extra Ue è contenuto (+0,4%).
Opposto il risultato su base annua, con una flessione dell’8,5%: la flessione è ampia e dovuta alla contrazione delle vendite sia verso i mercati extra Ue (-12,7%) sia, in misura minore, verso l’area Ue (-4,7%). L’import segna una flessione dell’11,6% (da -1,7% di dicembre dello scorso anno), determinata soprattutto dalla caduta degli acquisti dall’area extra Ue (-18,3%).
La Cina è uno dei mercati più promettenti per la vendita di prodotti di qualità europei e “made in Italy”. Per sviluppare un piano di export ad hoc verso il mercato cinese affidati al supporto del team di Euromed International Trade.