La Call “Enterprise Europe Network”, con una dotazione di 164 milioni di euro, ha l’obiettivo di creare una nuova generazione e lo sviluppo di un Network per i prossimi tre anni. L’Unione europea si trova ad affrontare un’importante transizione economica, caratterizzata sia da opportunità che minacce. Le opportunità riguardano il rapido sviluppo delle tecnologie digitali e il loro enorme potenziale per il miglioramento della vita delle persone.
La prima call del nuovo programma Single Market vale 164 milioni di euro e seleziona i consorzi che formeranno l’Enterprise Europe Network per gli anni 2022-2025. Il budget per l’Italia è di 22.5 milioni e le proposte possono essere inviate da diversi soggetti pubblici e privati. La call non fornisce un elenco chiuso di organizzazioni che possono andare a comporre il consorzio (che deve essere formato, però, da minimo due soggetti). Tuttavia scorrendo l’elenco non esaustivo di esempi delle “host organisation”, cioè le organizzazioni che possono ospitare l’ENN, si ha una fotografia piuttosto chiara dei soggetti pensati da Bruxelles. Si va infatti dalle camere di commercio, alle agenzie di sviluppo regionale, passando per le università e i centri di ricerca, fino ad arrivare a soggetti come gli incubatori o le agenzie per l’innovazione.
Il bando prevede che ogni proposta sia riferita a specifiche aree geografiche. Ciascun consorzio è chiamato ad offrire quattro macro tipologie di attività:
- Servizi a valore aggiunto (in materia ad esempio di innovazione, sostenibilità, internazionalizzazione, partecipazione ai bandi UE, accesso ai servizi di consulenza finanziaria, etc.);
- Attività di promozione e comunicazione della rete;
- Lo sviluppo della rete e il rafforzamento delle sue capacità;
- Il coordinamento della rete e la gestione della qualità.
Tutti i servizi dovranno essere forniti gratuitamente alle aziende, ad eccezione di attività come seminari, eventi o workshop che possono richiedere una sottoscrizione. Alla rete possono rivolgersi tutte le PMI, indipendentemente dalle proprie dimensioni, dal settore o dal ciclo economico che le caratterizza, soprattutto per quanto riguarda servizi “generali”, come ad esempio la sensibilizzazione e i servizi puramente informativi e divulgativi.
I servizi di consulenza e partnership su misura, invece, dovrebbero essere rivolti soprattutto ad aziende con un alto potenziale di internazionalizzazione e/o innovazione e capaci, pertanto, di crescere adeguatamente. Dei 164 milioni complessivi della call, oltre 22.5 milioni sono stati attribuiti all’Italia in base alla popolazione e ad altri macro indicatori che sono stati usati da Bruxelles per la ripartizione del budget tra gli stati membri.