Se la pandemia concede finalmente un po’ di tregua, come si prevedeva con un sospiro di sollievo alla fine del 2021, sul fronte economico l’emergenza non conosce freni, a causa di un quadro internazionale che negli ultimi mesi è mutato, restituendo alle imprese nuove prospettive preoccupanti e una crisi energetica che non si vedeva da tempo. A lanciare l’allarme è Gabriele Menotti Lippolis, Presidente di Confindustria Brindisi con delega all’Energia per Confindustria Puglia.
In un’intervista pubblicata stamane per la Gazzetta del Salento, Menotti Lippolis parla della guerra in Ucraina non soltanto come di quella insensata tragedia umanitaria che ogni giorno osserviamo con angoscia attraverso i media nazionali e internazionali, ma anche come una “pioggia sul bagnato” per le imprese, messe in ginocchio dinanzi al peggioramento di una situazione già molto difficile.
I costi dell’energia e delle materie prime seminano un senso di sfiducia tra le imprese manifatturiere che si rifletterà inevitabilmente sull’economia reale. “Vi sono ovunque imprese che stanno chiudendo, o rischiano di chiudere, per l’impossibilità di sostenere costi troppo gravosi” conferma Menotti Lippolis, arrivando quindi a lanciare un appello accorato: “Adesso si fa sul serio: l’autonomia energetica del Paese deve essere una priorità!“.
Senza il bisogno di una “bacchetta magica” per dare una svolta in chiave energetica, il Presidente di Confindustria Brindisi mette sul tavolo delle discussione alcune proposte di partenza: superare gabbie ideologiche e prese di posizione strumentali al solo consenso politico, ridurre la burocrazia e superare i problemi legati ai procedimenti autorizzativi sul fronte delle energie rinnovabili, fare sistema per concretizzare e valorizzare ogni possibilità di investimento energetico combinando la sostenibilità alle necessità di ripresa economica, realizzare un “vero” tavolo istituzionale in sede governativa per definire una concreta strategia di sviluppo territoriale.
In chiave locale, Menotti Lippolis rilancia la necessità di “attirare investimenti esogeni, purché ecosostenibili“, portando le ZES (Zone Economiche Speciali) ad essere effettivamente operative attraverso procedure autorizzative snelle e dai tempi certi, che chiamano in causa l’impegno dei consigli comunali, e attuando le riperimetrazioni dell’area SIN per le zone industriali e le aree portuali che lo necessitano.
Infine, il Presidente rimarca la necessità di un piano di marketing territoriale e localizzativo, e la necessità di garantire certezza ed efficacia nell’allocazione delle risorse del PNRR. I fondi liberati dall’Unione Europea rappresentano per il Paese e per il Mezzogiorno un’opportunità unica: l’eventualità di perderla, o di usarla male, non può essere nemmeno presa in considerazione.