Il nuovo codice dei contratti pubblici, entrato in vigore il 1° aprile 2023, ha destato molte discussioni e dubbi in merito alla sua applicazione concreta. Infatti, sebbene la sua applicazione reale sia stata differita al 1° luglio 2023, le disposizioni sulla digitalizzazione dell’intero iter procedurale dell’affidamento entreranno in vigore solo il 1° gennaio 2024. Tuttavia, è previsto che a decorrere dal primo luglio 2023, il codice del Governo Renzi, ovvero il decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, sarà abrogato.
Una delle novità introdotte dal nuovo codice è il principio della fiducia reciproca nell’azione legittima, trasparente e corretta dell’amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici.
In tal modo, si cerca di superare l’atteggiamento di sospetto e di timore che si era diffuso in seguito alla lettura del codice precedente, il quale sembrava vietare ogni operazione non espressamente prevista, rallentando così l’azione amministrativa e scoraggiando l’autonomia decisionale dei funzionari pubblici.
Il nuovo codice, invece, prevede che la responsabilità amministrativa costituisca colpa grave esclusivamente la violazione di norme di diritto e degli auto-vincoli amministrativi, nonché la palese violazione di regole di prudenza, perizia e diligenza e l’omissione delle cautele, verifiche ed informazioni preventive normalmente richieste nell’attività amministrativa.
Fiducia e trasparenza nel nuovo Codice degli appalti
Il principio della fiducia è finalizzato al principio del risultato dell’affidamento del contratto e della sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto possibile tra qualità e prezzo, nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza. In tal modo, si cerca di raggiungere un equilibrio tra l’applicazione delle regole e il raggiungimento di un risultato concreto in termini di rapidità delle procedure, prestazioni tecniche ed economiche, rispetto della concorrenza e ovviamente legittimità.
Inoltre, il nuovo codice prevede anche l’obbligo per gli enti pubblici di dotare il personale di copertura assicurativa per i rischi, di valorizzare le capacità professionali dei dipendenti ed attuare programmi di formazione, segnale decisamente positivo e in controtendenza rispetto ai tagli al budget per costi della formazione degli ultimi anni.
La semplificazione delle procedure di e-procurement sembra rappresentare un obiettivo di lunga data del Governo italiano, ma la semplificazione delle norme non sempre corrisponde a una semplificazione delle procedure. Infatti, una semplificazione delle regole finalizzata a rendere più semplice il codice può costringere tutti a studiare, facilitando solo i pochi che leggono il codice la prima volta.
In ogni caso, il nuovo Codice dei contratti pubblici si prefigge di semplificare le procedure di e-procurement, migliorare l’efficienza delle gare e promuovere la trasparenza e la concorrenza nel mercato degli appalti pubblici.
Tra le novità introdotte dal Codice, vi è l’obbligo per le stazioni appaltanti di pubblicare sul proprio sito web istituzionale tutte le informazioni relative ai bandi di gara, ai contratti stipulati e alle procedure di affidamento in corso. Inoltre, le stazioni appaltanti sono tenute a utilizzare la piattaforme digitali per la gestione delle gare, le quali consentono la pubblicazione dei bandi di gara, l’invio delle offerte da parte degli operatori economici e la gestione dell’intero iter procedurale.
Come già descritto, altro aspetto importante del nuovo Codice dei contratti pubblici riguarda la responsabilità amministrativa. Con l’introduzione del principio della fiducia, si cerca di superare l’atteggiamento di sospetto e di timore nei confronti dell’azione amministrativa, promuovendo invece un clima di collaborazione e di reciproca fiducia tra amministrazione e operatori economici.
La responsabilità amministrativa, inoltre, viene limitata alle violazioni di norme di diritto e degli auto-vincoli amministrativi, nonché alla palese violazione di regole di prudenza, perizia e diligenza e all’omissione delle cautele, verifiche ed informazioni preventive normalmente richieste nell’attività amministrativa.
Il nuovo Codice dei contratti pubblici prevede anche una serie di disposizioni transitorie per garantire la continuità delle procedure in corso. In particolare, le disposizioni del decreto legislativo n. 50/2016 continueranno ad applicarsi ai procedimenti in corso, vale a dire alle procedure e ai contratti i cui bandi o avvisi di indizione della procedura siano stati pubblicati prima del 1° luglio 2023. Inoltre, alcune disposizioni del decreto n. 50/2016 continueranno ad applicarsi in via transitoria fino al 31 dicembre 2023, come ad esempio quelle relative alla digitalizzazione delle procedure.
Il nuovo Codice dei contratti pubblici rappresenta un importante passo avanti nella semplificazione delle procedure di e-procurement, nella promozione della trasparenza e della concorrenza nel mercato degli appalti pubblici e nella limitazione della responsabilità amministrativa. Tuttavia, sarà necessario monitorare attentamente l’applicazione delle nuove norme e valutarne gli effetti sul sistema degli appalti pubblici. Sarà inoltre importante garantire un adeguato supporto e formazione al personale delle stazioni appaltanti per favorire una corretta applicazione del nuovo Codice e una maggiore efficienza delle procedure di e-procurement.
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