Una stretta alle agevolazioni per il cosiddetto “rientro dei cervelli” è in arrivo con il decreto attuativo della legge delega fiscale, che ridefinisce il “regime degli impatriati“.
Quest’agevolazione, introdotta nel 2015 e successivamente modificata, garantiva importanti sconti fiscali ai soggetti che decidevano di trasferire la loro residenza in Italia. Le modifiche apportate ridurranno la generosità e la facilità di accesso a tali agevolazioni.
In primo luogo, per il rientro dei cervelli, l’agevolazione fiscale verrà ridotta dal 30% al 50%, e non ci saranno più distinzioni tra le regioni italiane. Inoltre, l’applicazione di questa agevolazione sarà limitata ai redditi inferiori a 600.000 euro, a differenza del passato in cui tale limite non esisteva.
I requisiti per ottenere tali agevolazioni diventeranno più rigorosi. Un individuo dovrà aver risieduto all’estero per almeno tre anni (in precedenza erano sufficienti due anni), e dovrà garantire la sua residenza in Italia per almeno cinque anni (anziché due). Questo beneficio verrà applicato immediatamente e potrà essere revocato se non verranno rispettate le condizioni dei cinque anni. Queste modifiche entreranno in vigore il 1° gennaio 2024, con alcune eccezioni per i contratti firmati prima di questa data.
Rientro dei Cervelli: Gli effetti nel mondo dello sport
Un aspetto controverso riguarda gli sportivi. La legge originaria escludeva gli atleti dall’agevolazione, ma con il “decreto Crescita” del 2019, fu introdotto uno sconto fiscale al 50% anche per loro, insieme a un contributo di solidarietà dello 0,5% a carico dei giocatori per i settori giovanili. Questa estensione ai professionisti dello sport è stata oggetto di dibattito e polemiche sia in campo politico che sportivo. Molti esponenti della maggioranza hanno espresso il desiderio di apportare modifiche a questa norma.
Tuttavia, sembra che ci sia ancora incertezza su come affrontare la questione degli sportivi, dato che alcune fonti governative indicano che si sta lavorando per trovare una soluzione. Nonostante il requisito dell’elevata qualificazione o specializzazione sia previsto, potrebbe esserci spazio per mantenere agevolazioni fiscali per gli atleti.
I riflessi per gli italiani che vivono all’estero
Le modifiche proposte riguardano anche gli italiani che vivono all’estero. Nel 2021, circa 6 milioni di italiani erano residenti all’estero, con il 50% di loro che risiedeva in Europa. Durante lo stesso anno, circa 94.000 italiani hanno lasciato il Paese, di cui il 25% non era nato in Italia. Tuttavia, 75.000 persone sono tornate in Italia, e 21.000 di loro hanno beneficiato delle agevolazioni fiscali previste per legge.
Questi dati sfidano il concetto di “fuga dei cervelli” o “fuga dei talenti”. Spesso, le persone che scelgono di trasferirsi all’estero non lo fanno solo per motivi fiscali ma anche per opportunità di lavoro, progetti di vita o esperienze diverse. Le agevolazioni fiscali possono sì essere un incentivo, ma raramente sono l’unico motivo di una scelta così importante.
Tuttavia, molte famiglie che hanno preso la decisione di rientrare in Italia sulla base delle regole fiscali attuali si trovano ora in una situazione difficile. Hanno già intrapreso traslochi costosi, venduto case all’estero e pianificato nuove vite in Italia. Le modifiche proposte potrebbero mettere a rischio le loro finanze e il loro benessere. Molti si sentono traditi dal governo e temono di non poter più tornare indietro.
Queste storie di famiglie che hanno fatto scelte difficili prima del loro ritorno in Italia evidenziano l’importanza di considerare le circostanze individuali e garantire una normativa transitoria per coloro che hanno già pianificato i loro rientri in base alle regole fiscali esistenti. La speranza è che ci sia ancora tempo e modo per modificare il decreto in modo da non penalizzare le persone che hanno preso decisioni importanti basate sulle regole esistenti.