L’Unione Europea continua la sua lotta contro l’evasione e l’elusione fiscale attraverso l’aggiornamento regolare della lista delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali. All’inizio di quest’anno, il Consiglio Economia e Finanza dell’Unione Europea (Ecofin), tenutosi a Bruxelles, ha apportato significative modifiche alla cosiddetta “lista nera”. Questa lista rappresenta uno strumento cruciale per promuovere la trasparenza fiscale e prevenire pratiche dannose come l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili.
Modifiche alla lista nera
Nel recente aggiornamento della lista nera, quattro giurisdizioni sono state rimosse: Bahamas, Belize, Seychelles e le isole Turks e Caicos. Questi paesi hanno intrapreso riforme importanti per conformarsi ai criteri di buona governance fiscale stabiliti dall’UE. La decisione di rimuoverli dalla lista è stata presa in riconoscimento dei progressi compiuti nel migliorare la trasparenza fiscale e nell’attuare norme internazionali volte a prevenire l’elusione fiscale.
Obiettivi della lista nera
La lista delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali ha come obiettivo quello di incoraggiare cambiamenti positivi nelle leggi e nelle pratiche fiscali dei paesi coinvolti. Gli obiettivi principali sono:
- Promuovere la trasparenza fiscale: Assicurare che le giurisdizioni forniscano informazioni fiscali chiare e accessibili.
- Prevenire l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili: Implementare norme internazionali che impediscano alle imprese di spostare i profitti verso paesi con tassazione più bassa, riducendo così l’ammontare delle tasse dovute nei paesi in cui operano effettivamente.
Giurisdizioni attualmente nella lista nera
Nonostante le rimozioni recenti, la lista nera dell’UE continua a includere 12 giurisdizioni che non hanno ancora rispettato gli impegni assunti per migliorare la trasparenza fiscale e la buona governance. Queste sono: Samoa americane, Anguilla, Antigua e Barbuda, Fiji, Guam, Palau, Panama, Russia, Samoa, Trinidad e Tobago, Isole Vergini Americane e Vanuatu. L’Ecofin ha espresso rammarico per la mancanza di cooperazione di questi paesi in materia fiscale e li ha invitati a risolvere le questioni segnalate dall’Unione Europea.
Processo di revisione della lista nera
La lista delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali è stata istituita nel dicembre 2017 come parte della strategia dell’Unione Europea per combattere l’evasione fiscale a livello globale. Il processo di revisione di questa lista è rigoroso e si basa su criteri ben definiti, tra cui la trasparenza fiscale, l’equa tassazione, e l’attuazione di standard internazionali per prevenire l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili.
Le giurisdizioni vengono valutate periodicamente in base a questi criteri, e l’elenco viene aggiornato due volte l’anno, generalmente a febbraio e ottobre, durante le sessioni del Consiglio dei ministri delle finanze dell’UE (Ecofin). Questo processo di revisione continua permette all’UE di monitorare i progressi delle giurisdizioni nella conformità agli standard internazionali e di apportare le necessarie modifiche alla lista, rimuovendo o aggiungendo paesi in base ai loro risultati.
La prossima revisione della lista nera è prevista per ottobre 2024, e sarà un’occasione per l’UE di valutare ulteriormente la cooperazione dei paesi attualmente inseriti nell’elenco. È un processo che non solo mette pressione sui paesi non cooperativi, ma riconosce anche gli sforzi compiuti da quelli che hanno intrapreso riforme significative.
Implicazioni per le giurisdizioni rimosse
La rimozione di una giurisdizione dalla lista nera non è solo un riconoscimento simbolico da parte dell’Unione Europea, ma porta con sé diverse implicazioni pratiche. Per i paesi come le Bahamas, il Belize, le Seychelles e le isole Turks e Caicos, essere esclusi dalla lista significa essere riconosciuti come partner cooperativi in materia fiscale.
Questa rimozione può avere un impatto positivo sugli investimenti e sulle relazioni economiche con l’UE, poiché i paesi rimossi dalla lista vengono percepiti come più affidabili e trasparenti. Inoltre, la rimozione può anche ridurre il rischio di sanzioni o di misure punitive da parte dell’Unione Europea, che potrebbero influenzare negativamente l’economia di una giurisdizione.
Tuttavia, rimanere fuori dalla lista nera non significa che un paese possa considerare concluso il suo percorso verso la piena conformità fiscale. L’UE continuerà a monitorare i progressi di questi paesi per garantire che mantengano i loro impegni a lungo termine e non tornino a pratiche fiscali dannose.