Il 2020, con la sua imprevista emergenza epidemiologica che bloccato la nostra economia, sarà un anno da dimenticare per le imprese italiane, che in larga maggioranza registreranno cali di fatturato a causa dell’annullamento di diversi ordinativi. Ma gli effetti negativi di questa pandemia minacciano le attività produttive anche per il 2021, per via di conseguenze negative che si riverseranno nei bilanci aziendali nonostante la tanto auspicata ripartenza. Una di queste conseguenze riguarda l’esenzione dell’Iva sulle forniture da parte delle aziende che si identificato come esportatori abituali in quanto svolgono un’attività lavorativa prevalentemente rapportandosi con clienti esteri.
In base alle disposizioni dell’articolo 8, comma 1 del D.P.R. n. 633/1972 (Decreto Iva), questa tipologia di imprenditori ha la facoltà di acquistare beni e servizi senza dover corrispondere l’IVA ai propri fornitori, nell’ambito di plafond per l’esenzione che si sono costituiti nell’anno solare precedente. A condizione che l’ammontare dei corrispettivi realizzati con l’estero superi il volume d’affari calcolato secondo la normativa Iva, di almeno il 10%.
Alla luce di questo, considerando che per un gran numero di imprese il 2020 è stato disastroso a livello di fatturato, non solo il plafond accumulato dal 2019 non è stato utilizzato, ma anche il plafond costituito per l’anno 2021 sarà risicato perché determinato sui volumi d’affari di un’annata decisamente e straordinariamente anomala.
Sergio Passariello, Ceo di Euromed International Trade e fondatore di Imprese del Sud, avverte il Governo: “Riteniamo necessario un intervento da parte dello Stato, già occasione della manovra di bilancio, affinché nel 2021 le imprese non subiscano questo ulteriore danno che andrebbe a peggiorare la liquidità delle stesse in modo consistente e una loro penalizzazione rispetto ad altri concorrenti europei. Da qui l’urgenza di prevedere la semplice proroga per l’utilizzo del Plafond per l’esenzione IVA non utilizzato nel 2020 nel 2021. Le nostre aziende, in questo caso, non stanno chiedendo aiuti economici, ma soltanto la possibilità di avvalersi di un diritto riconosciuto“.
Ad appoggiare la proposta è anche il mondo della piccola e media impresa, a partire da Dhebora Mirabelli, Presidente di Confapi Sicilia 2.0: “Il tema del Plafond 2021 che viene giustamente affrontato e focalizzato da Imprese del Sud si inserisce a pieno titolo tra gli innumerevoli problemi evidenti che affliggono le nostre aziende e che hanno necessità di una specifica attenzione e risoluzione da parte del Governo. Confermiamo che anche questo argomento fa parte della lista delle nostre richieste di specifici interventi legislativi che la nostra Associazione, sia a livello Regionale che Nazionale, ha portato all’attenzione dei Ministeri competenti – e sta continuamente aggiornando in base alle segnalazioni e richieste dei nostri associati – in modo che quanto prima si provveda a far emanare le giuste correzioni. Ovviamente stiamo operando congiuntamente alle associazioni di categoria interessate In modo da dare la più corretta omogeneità e concretezza e priorità alle singole tematiche.“
Da sud a nord, stessa categoria, il pensiero non cambia. La presa di posizione di William Beozzo, Presidente di Confapi Vicenza e Pedemontana, è netta: “Le piccole e medie imprese devono essere nelle condizioni di tornare immediatamente a lavorare e a fare export senza la preoccupazione di un fisco che, paradossalmente, potrebbe gravare sui bilanci in misura ancor maggiore che in un periodo di normalità. E’ evidente che il 2020 è stato un anno eccezionale in senso negativo, e che non può essere preso in considerazione per quantificare fatturati e volumi d’affari che determineranno il Plafond Iva di chi esporta abitualmente per l’anno 2021. Siamo consapevoli di avere alle spalle un’associazione forte che, ai più alti livelli, saprà far sentire la propria voce nelle sedi opportune. E siamo fiduciosi affinché questa ennesima incognita che pesa sulla serenità dei nostri imprenditori venga superata con un intervento di buon senso, che non chiede allo Stato ulteriori esborsi, ma soltanto di non trarre vantaggio da una situazione disastrata“.
Si attendono ora risposte concrete e in tempi rapidi. Perché l’approvazione della manovra di bilancio è quasi imminente.