Sono state circa 1.400 le domande ricevute nel primo mese per il Fondo di Garanzia per l’agricoltura lanciato dal ministro Teresa Bellanova attraverso il Mediocredito Centrale, che ha garantito prestiti per un totale di 126,1 milioni di euro.
“261 posizioni, pari a 103,3 milioni di euro con un importo medio di 396.000 euro hanno richiesto garanzie per operazioni strutturate. Posizioni diverse da quelle garantite al 100% dallo Stato e di importo massimo di 30.000 euro” ha spiegato il sottosegretario Giuseppe L’Abbate.
Dati incoraggianti per un provvedimento entrato in vigore soltanto lo scorso 20 Luglio, e il segno di un’attenzione politica, scarsa in altri contesti, che rappresenta una buona base di partenza per affrontare un autunno pieno di incertezze.
L’accesso diretto al Fondo di Garanzia di Mediocredito centrale, che è divenuto realtà con il Cura Italia, ha come obiettivo quello di riportare le imprese agricole negli istituti di credito, agevolando un dialogo interrottosi da tempo. Il parametro per la concessione del finanziamento garantito, infatti, può essere il fatturato, l’ammontare dei salari oppure le spese per gestione e investimenti relative ai 18 mesi successivi alla richiesta.
“Inoltre – prosegue L’Abbate – dopo aver confermato per legge l’innalzamento del de minimis per le imprese agricole a 25.000 euro, siamo a lavoro per una ulteriore modifica normativa che consenta la garanzia pubblica gratuita sui finanziamenti a lunga scadenza destinati a investimenti, allargando ancor di più le potenzialità di accesso al credito per il comparto primario“.
Le garanzie gratuite per prestiti strutturati coprono sino al 90% della durata di 6 anni, con uno o due anni di pre-ammortamento. L’operatività del plafond agevolativo cesserà il prossimo 31 dicembre ma, con le annunciate novità normative, il tetto del de minimis agricolo potrebbe cessare di essere un limite per la garanzia pubblica sui finanziamenti, permettendo al comparto primario una ingente e costante iniezione di liquidità in grado di sostenere gli investimenti.
In Europa, con 32 miliardi di euro di media l’Italia è al secondo posto dietro la Francia per valore aggiunto agricolo. La vocazione green delle sue aziende agricole è verificata dalla crescente riduzione di fertilizzanti e pesticidi, i cui consumi si sono dimezzati: gli insetticidi, ad esempio, sono passati da 1,2 kg di principi attivi a ettaro a 0,6 kg, dei fungicidi degli erbicidi.