Riscrivere le logiche attuali della produzione e dell’impatto sull’ambiente. Il Canada e l’Unione Europea hanno lanciato una nuova partnership per tutelare, tracciare e monitorare la filiera dell’approvvigionamento di preziosi minerali naturali, che generano problemi ambientali e ridurre, insieme, la dipendenza dall’economia e dal commercio con la Cina. Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha riportato ai media che, con i partner dell’Unione, si sta discutendo per elaborare, introdurre e implementare una visione economica più green e a basso impatto ambientale. “Per cominciare, al fine di continuare a creare posti di lavoro green per la classe media, dobbiamo garantire le catene di approvvigionamento di minerali e metalli critici che sono essenziali per la nostra produzione come le batterie per auto elettriche”, ha ribadito il primo ministro Trudeau.
Ursula von der Leyen, leader della Commissione europea e braccio esecutivo dell’UE, ha dichiarato di voler diversificare le importazioni da produttori come la Cina per generare una visione economica più sostenibile, che produca meno danni ambientali e inneschi meccanismi aziendali atti ad introdurre maggior trasparenza sulla raccolta e lavorazione delle materie prime. Il Canada e l’Europa hanno confermato l’importanza di tale partnership che si concentrerà sul miglioramento della “sicurezza e della sostenibilità del commercio e degli investimenti, l’integrazione delle catene di valore delle materie prime, la scienza, la tecnologia, la collaborazione nell’innovazione e i criteri ambientali, sociali e di governance”.
Il clima diplomatico ed economico tra Cina e Canada risulta da tempo molto instabile. L’anno scorso la Cina aveva reagito, alle accuse canadesi di violare i diritti umani, con un quasi azzeramento delle importazioni di prodotti canadesi. Le autorità di Pechino avevano denunciato che le spedizioni di alcuni prodotti alimentari canadesi, per le quali la Cina rappresenta uno dei maggiori mercati, erano infestate dai parassiti. Inoltre, il 27 giugno 2019, il governo cinese aveva annunciato una sospensione di tutte le importazioni di carne provenienti dal Canada, sollevando una serie di preoccupazioni riguardanti false certificazioni di qualità dei prodotti. Molte di tali accuse si sono rivelate manovre pericolose della Cina per infastidire e generare problemi economici nei confronti del Canada.
Inoltre, anche nel corso dell’ultimo G7, Canada ed Europa hanno rivendicato una propria linea di azione commerciale criticando apertamente le politiche della Cina. Durante l’incontro tra i leader, per la prima volta è emersa chiaramente la volontà di un nuovo approccio nei confronti della Cina. Il vertice è stato caratterizzato da una inedita sintonia delle potenze per arginare l’avanzata di Pechino, con Washington a tirare le fila degli alleati. Come razione al G7, la Cina ha fatto realizzare dall’artista Bantonglaoatang un disegno che ha avuto ampia diffusione sui social network e sui media cinesi. La vignetta intitolata “L’ultimo G7” è un’allegoria della riunione di Sette grandi tenutasi in Cornovaglia con al centro proprio l’azione occidentale contro le manovre della Cina.
Nella vignetta, il Canada viene simboleggiato come un castoro fragile protetto e costretto a seguire le decisioni di Washington in politica estera. Un chiaro riferimento al caso dell’arresto di Meng Wanzhou, figlia del fondatore di Huawei, a Vancouver. Un ulteriore riferimento alla vicenda dall’erede della compagnia cinese lo ritroviamo nella bambola nella mani del castoro canadese. Il Canada è dal 2018 che ha rivisto i legami bilaterali con la Cina, ovvero dal giorno dell’arresto dell’alto dirigente di Huawei attuato su mandato Usa. La guerra diplomatica è proseguita per tutto il 2019 e nel 2020, con l’arresto in Cina di due cittadini canadesi e il blocco delle importazioni dei semi di colza.
La situazione politica è esplosa nuovamente con lo scontro internazionale sulla sovranità di Hong Kong che ha poi scatenato lo scontro finale tra il Governo di Trudeau e il Partito Comunista cinese. Inoltre, all’inizio di novembre del 2020 è stato lo stesso Governo Trudeau a promettere ai giovani della città-stato, perseguitata dalle politiche autoritarie di Pechino, di poter venire a studiare e lavorare in Canada. Scintille politiche a cui il Canada risponde con proposte internazionali in tema di rispetto dei diritti fondamentali, come la delicata questione degli uiguri, e con il richiamo concreto ai regolamenti internazionali per uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.