I conti sul maggiore gettito e sulle ricadute per i contribuenti dell’aumento IVA e delle altre tasse nascoste nella Legge di Stabilità.
La clausola di salvaguardia confermata nella Legge di Stabilità 2015 (con slittamento di un anno) prevede un aumento IVA per le aliquote 10% e 22% in assenza di nuovi interventi di Spending Review. In realtà, nel Ddl di Stabilità sono “nascoste” anche altre tasse, che comporteranno un aggravio d’imposta per i contribuenti italiani e ovviamente maggiori entrate per lo Stato. La misura è contenuta nell’articolo 45 della Legge (ulteriori misure di copertura):
Aumento IVA
- aliquota IVA 10% aumento di due punti nel 2016 (12%) e di un altro punto nel 2017 (13%);
- aliquota IVA 22% aumento a 24% nel 2016, al 25% nel 2017 e al 25,5% nel 2018.
Seconda la relazione tecnica di accompagnamento alla pubblicazione del testo della Legge di Stabilità 2014, la misura dovrebbe portare all’Erario entrate complessive per +53 miliardi di euro tra il 2016 e il 2018. Una cifra che però non tiene conto dei possibili effetti dell’aumento IVA sui consumi e che dunque potrebbero scendere notevolmente, rendendo gli “effetti collaterali” ancora più gravi di quelli previsti.
L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato le ricadute dirette e indirette dell’eventuale aumento di IVA e accise sui carburanti, che causerebbe un aggravio medio per le famiglie di 842 euro l’anno:
- 461 euro come ricaduta diretta dell’aumento IVA ordinaria;
- 266 euro come ricaduta diretta dell’aumento IVA agevolata;
- 28 euro l’anno a famiglia come ricaduta diretta dell’aumento accise su carburanti;
- 87 euro l’anno a famiglia (+0,3% su tasso di inflazione) come ricaduta indiretta per l’aumento IVA su gas, elettricità e accise sui carburanti (che incidono su costi di produzione e costi di trasporto).
Tasse nascoste
Maggiori entrate sono attese dal Governo anche grazie ad altre misure contenute nella Legge di Stabilità, come la proroga della detrazione IRPEF del 50% per le ristrutturazioni edilizie, che se da una parte costerà all’Erario 259 milioni di euro all’anno dall’altra comporterà maggiori incassi IVA e delle imposte dirette connesse agli interventi. Effetti che verranno avvertiti subito, a differenza delle detrazioni fiscali che invece vengono spalmate in 10 anni, portando nelle Casse dello Stato +3,2 milioni di euro. Il Bonus Mobili invece, secondo le stime del MEF, porterà a maggiori entrate per 1 miliardo di euro.
Ci sono infine gli interventi tributari:
- tassazione sui fondi pensione dall’11% al 20% (340 milioni di euro in più l’anno);
- rivalutazione del TFR dall’11% al 17% (140 mln di euro in più l’anno);
- rivalutazione costo fiscale d’acquisto di quote e terreni detenuti da persone fisiche (200 mln di euro);
- aumento prelievo su componente finanziaria delle polizze vita (150 mln di euro);
- stretta sulle auto d’epoca con il ripristino del bollo per le auto storiche con anzianità comprese tra 20 e 29 anni (78,5 mln di euro).
Fonte: O.N.F.