I beni immateriali potranno essere rivalutati anche se non sono mai stati iscritti in bilancio: lo conferma l’Agenzia delle Entrate, in risposta all’interpello 904-2406/2020 del 22/12/2020.
Questo intervento apre scenari interessanti, data la frequenza con cui le imprese risultano essere titolari di beni immateriali quali marchi, brevetti e know-how senza che i costi sostenuti per la loro realizzazione, il loro accrescimento e il relativo mantenimento siano stati mai capitalizzati.
Secondo l’Agenzia, invece, se il bene immateriale esiste ed è giuridicamente tutelato dovrebbe essere rivalutabile a prescindere da come i relativi costi sono stati contabilizzati.
In particolare, per quanto riguardo il know-how, per il quale la prova della tutela legale è più difficile da fornire, saranno avvantaggiate quelle imprese che hanno concluso un accordo di ruling con l’Agenzia al fine di agevolare questa tipologia di intangibile ai sensi del regime Patent Box. Essendo infatti la tutela giuridica il presupposto dell’agevolazione Patent Box, l’accordo raggiunto potrebbe essere utilizzato come “prova” di questa tutela.
Come riporta Italia Oggi, l’Agenzia delle Entrate si è espressa con questo parere nei confronti di una società titolare di un know-how aziendale giuridicamente tutelato, la quale aveva presentato un’istanza in quanto il bene immateriale non è mai iscritto in bilancio dal momento che i relativi costi sono stati sempre spesati a conto economico. La società ha dunque chiesto in merito alla possibilità di procedere comunque alla rivalutazione, trovando risposta affermativa.
La rivalutazione dei beni di un’impresa consiste nell’aumento del valore di componenti attivi del patrimonio rispetto a quanto venivano stimati nell’iscrizione originaria a bilancio al sussistere di particolari condizioni: l’estensione ai beni immateriali non iscritti a bilancio potrebbe portare a diverse imprese una boccata d’ossigeno in un momento difficile.