Alessandro Mastrocinque, vice presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani: no al terrorismo mediatico, crescerà ancora l’export verso il Canada
L’accordo di libero scambio con il Canada non danneggerà le imprese agricole italiane. Anzi farà bene e non ci sarà nessun pericolo per il Made in Italy che vedrà finalmente riconosciuti strumenti di tutela. Lo afferma Alessandro Mastrocinque, vice presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, a proposito del Comprehensive Economic and Trade Agreement (Ceta) che dovrà essere ratificato dal Senato in questi giorni.
“Il Ceta rappresenta la sintesi di otto anni di negoziati i cui punti più delicati hanno riguardato senz’altro l’agricoltura. Molti parlano di pericoli per il made in Italy, di resa alle imitazioni dei prodotti tipici, all’invasione di grano duro e di carne trattata con ormoni.
E’ puro terrorismo mediatico. Nel rispetto delle imprese e dei consumatori noi vogliamo semplicemente guardare ai fatti. Intanto va segnalato che l’export italiano di settore vale 770 milioni mentre l’import dal Canada è di 29 milioni”, commenta Mastrocinque che aggiunge: “Il Ceta riconosce un ombrello di protezione su 41 prodotti a denominazione di origine italiani esportati in Canada su un totale di 288 registrati in Europa (Dop/Igp).
Oggi questa tutela non esiste, con il Ceta sì e potrebbe espandersi. Nel caso dei vini, per esempio, l’accordo recepisce quanto già stabilito nel 2003 tra Ue e Canada. Lo stesso vale anche per un’altra filiera, quella del comparto lattiero-caseario”.