Con gli oltre 5 miliardi stanziati dal Recovery domestico, che si sommano ai 13,38 miliardi previsti dal PNRR, il finanziamento complessivo destinato al Piano Transizione 4.0 dal Recovery plan del Governo Draghi supera i 18 miliardi di euro come prevedeva la bozza del PNRR del precedente Governo Conte con un budget di 19 miliardi. I fondi saranno utilizzati per dare continuità al Piano Transizione 4.0, attraverso una programmazione pluriennale che garantirà maggiore stabilità alle imprese nel percorso di trasformazione digitale. Il fulcro del Piano è il sistema di incentivi fiscali 4.0, che punta soprattutto sul credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali e sul bonus ricerca e sviluppo, con aliquote e massimali maggiorati per il biennio 2021-2022.
Negli ultimi anni, il credito d’imposta è diventata la misura di finanza agevolata più utilizzata per incentivare gli investimenti delle imprese, anche per quanto riguarda le tematiche di Ricerca e Sviluppo. Di fatto, le aziende possono usufruire del credito di imposta, ovvero di agevolazioni fiscali tramite compensazione dei debiti di natura contributiva oppure con l’abbassamento della tasse dovute. Rispetto ai precedenti piani, la programmazione di Transizione 4.0 presenta alcune novità previse nel non aumento di tutte le aliquote di detrazione previste e dell’aumento dei massimali di spesa coperti dall’incentivo fiscale. Diminuiscono i tempi di fruizione degli incentivi. Nel caso dei beni strumentali materiali la fruizione dei crediti è ad esempio ridotta a 3 anni.
Oltre ad aumentare le percentuali di credito d’imposta e l’ammontare massimo di investimenti incentivati, il nuovo Piano Transizione 4.0 estende anche gli investimenti immateriali agevolabili. Agli incentivi 4.0, poi, saranno ammessi anche gli investimenti a sostegno della trasformazione tecnologica e digitale della filiera editoriale. Nel PNRR il Governo ha fissato i target che intende raggiungere entro il 2022 con il nuovo Piano Transizione 4.0. Più precisamente, si prevede che, nell’arco del triennio 2020-2022, il credito di imposta per beni materiali e immateriali 4.0 sia utilizzato mediamente da poco meno di 15mila imprese ogni anno e che quello per ricerca, sviluppo e innovazione sia utilizzato mediamente da circa 10mila imprese annualmente. Rimane fuori dal perimetro del PNRR il finanziamento del credito d’imposta per beni strumentali tradizionali (non 4.0), poiché non rientra tra gli interventi propriamente destinati alla transizione digitale, una delle priorità indicate da Bruxelles insieme alla transizione verde da rispettare nei Recovery plan nazionali.