Il Commonwealth lancia una rete di condivisione di idee per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici attraverso progetti di tutela replicabili in tutto il mondo.
Il blocco di 53 paesi ha tenuto un incontro di due giorni nella sua sede di Londra con gruppi di ambientalisti, scienziati ed esperti di cambiamenti climatici provenienti da tutto il mondo.
L’iniziativa, denominata Common Earth, svilupperà una serie di iniziative che potranno essere riprese dalle comunità di tutto il mondo.
Va ricordato che il Commonwealth annovera al suo interno non solo potenze industriali del G20 come Gran Bretagna, Canada e Australia, o Paesi in via di sviluppo come India e Nigeria, ma anche piccolissimi stati insulari che si sentono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici.
Un esempio arriva dalla Dominica, isola dei Caraibi ancora alle prese con le conseguenze devastanti dell’uragano Maria, che nel 2017 ha spazzato via i raccolti e privato le persone della rete elettrica per circa un anno.
Per questo rivestono particolare attenzione per il Commonwealth gli accordi sui cambiamenti climatici che sono stati raggiunti in ambito internazionale, a partire dalla conferenza delle Nazioni Unite sulla COP21 di Parigi del 2015.
“Intendiamo rilanciare le strategie esistenti per pulire i corsi d’acqua, rimboscare le foreste e rivitalizzare gli ecosistemi danneggiati, proteggere la salute marina, educare le popolazioni e sfidare gli approcci economici e di sviluppo che hanno portato al declino del nostro pianeta” ha dichiarato Patricia Scotland, segretario generale del Commonwealth .