“Nuove preoccupazioni per gli imprenditori italiani emergono dalle politiche commerciali con gli Usa a causa delle notizie riguardanti dazi e tasse“, dichiara Sergio Passariello, fondatore del Think Tank Imprese del Sud.
Gli Usa potrebbero imporre presto tariffe sui prodotti europei per circa 7 miliardi di euro – precisa Passariello – colpendo aerei e parti di aerei prodotte in Europa ma anche altri settori, in primis l’agroalimentare, cosa che toccherebbe soprattutto l’Italia e ciò non è in linea con le richieste imprenditoriali che chiedono maggiore apertura sui mercati esteri.
Come riportato dall’agenzia Ansa – continua Passariello – i dazi non sono un problema soltanto italiano ma potrebbero provocare contraccolpi anche per il mercato americano, che del Made in Italy è innamorato. Da parte sua Pompeo, durante il recente incontro con Giuseppe Conte, ha chiarito di non essere responsabile del dossier, ma ha assicurato di comprendere tali preoccupazioni e di riportale alla presidenza USA.
I dazi sono l’arma principale del protezionismo di Donald Trump.
E’ importante provare ad arginare l’applicazione delle politiche aggressive degli USA – prosegue Domenico Letizia analista di Imprese del Sud – ricordando, che in tali manovre, l’Italia da sola è debole e non ha la forza per poter far emergere le sue richieste in ambito internazionale. Tali considerazioni sono importanti per comprendere che è necessario un intervento della Comunità Europea sul tema e un’idea di mercato globale, tutelato e protetto da accordi internazionali.
Tra gli esempi virtuosi da poter scrutare abbiamo quello su CETA.
In Italia, l’accordo risulta essere un acceleratore di opportunità per molte realtà produttive del settore agro-alimentare – evidenzia Passariello – ma il Parlamento italiano deve ancora ratificare l’accordo, e superare pregiudizi di natura politica, per farlo entrare pienamente in vigore.
L’economia italiana non vive un periodo di fioritura o di espansione, sottolinea Passariello. In questi anni, il comparto industriale si è molto affidato alle esportazioni. Gli ultimi dati economici dimostrano che la domanda interna italiana non aumenta e innumerevoli sono le problematiche degli imprenditori in rapporto a burocrazia, tassazione e logistica nazionale.
Inoltre, l’Europa vive un’attualità geopolitica estremamente complessa, tra l’aggressione della Cina e la visione della Via della Seta, l’emergere del protagonismo russo e il nuovo isolazionismo statunitense che vede in Trump un nemico dell’Europa e un sostenitore dell’indipendenza britannica.
“In tale mix geopolitico, la questione Ceta diventa sempre più pressante“, concludono gli analisti di “Imprese del Sud”.