Si svolge a Napoli la ventunesima riunione dei protagonisti della Convenzione di Barcellona sui protocolli COP21. Oltre duecento partecipanti per quattro giorni di conferenze, eventi collaterali e tavole rotonde che hanno visto la fase di avvio a Napoli, presso Castel dell’Ovo.
Le delegazioni ufficiali stanno esaminando numerosi progetti tra i quali quelli relativi alla biodiversità, alla blue economy e alla tutela dell’ambiente, specialmente per ciò che riguarda le zone protette del Mediterraneo.
L’agenda COP21 concentra l’attenzione, in particolare, sugli sforzi degli Stati nel realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Adottare un quadro regionale comune sulla tutela e valorizzazione delle zone costiere e avviare iniziative concrete per il contrasto ai cambiamenti climatici. Attenzione particolare è dedicata alle imprese “green” , alle aziende che hanno deciso di avviare processi di economica circolare e sistemi di produzione eco sostenibili.
I risultati dei vari incontri alimenteranno la strategia marina e costiera dell’UNEP per il decennio 2020-2030, segnando un importante processo di governance ambientale del Mediterraneo che UNEP / MAP continua a coordinare, nonostante le disparità dei contesti socio-economici.
Crescita della popolazione, cambiamenti climatici, agricoltura e pesca, turismo, industrie estrattive e gestione dei trasporti sono le priorità di analisi del bacino del Mediterraneo che i partecipanti analizzeranno.
“L’Italia si è già fortemente impegnata, e porta al tavolo la legge Salvamare e il contrasto alle plastiche, poi c’è l’impegno supplementare con le aree marine protette, che vogliamo sviluppare ancora di più, e quello sulla biodiversità“, ha ribadito il ministro dell’Ambiente Sergio Costa sottolineando che “il Mediterraneo rappresenta la nostra casa comune ma i dati che lo riguardano sono allarmanti: negli ultimi anni abbiamo infatti avuto una riduzione delle specie e molte altre rischiano l’estinzione” e questo richiede “un cambiamento immediato a livello globale affinché le nostre risorse, i nostri ecosistemi, i nostri mari e oceani, possano essere maggiormente tutelati e protetti” .
Nel suo intervento di apertura, il ministro Costa ha sottolineato il ruolo importante dei giovani, tra i quali “cresce l’interessate per la natura e per nuovi modelli di produzione e consumo più sostenibili”. L’Italia, grazie alla collaborazione avviata con il Segretariato della Convenzione, ha organizzato la prima Cop Giovani, che si è tenuta a Napoli lo scorso ottobre, “che ha visto insieme ragazzi della sponda Sud e Nord del mediterraneo discutere delle nuove sfide che ci attendono. L’Italia ed il Mediterraneo devono guardare a loro, alla comunità scientifica e agli operatori di settore che hanno un ruolo primario nel permettere alle nostre politiche di dare frutto”.
Durante i lavori di avvio delle quattro giornate, il coordinatore UNEP / MAP Gaetano Leone ha dichiarato che “la COP21 contribuirà ai processi intergovernativi di analisi e tutela dell’oceano, contrasto ai cambiamenti climatici, valorizzazione della biodiversità e contrasto all’inquinamento da plastiche“.
Estrema attenzione è da dedicare anche all’attualità climatica dell’Italia.
Il nostro Paese risulta essere al sesto posto nel mondo per numero di vittime causate dagli eventi meteorologici estremi, nel periodo compreso tra il 1999 e il 2018. Urge dare una risposta internazionale a fenomeni che oramai sono globali e non più rinviabili nel loro ambito di intervento e prevenzione.