Per apprendimento online s’intende l’uso delle tecnologie multimediali e di Internet (e-learning) per migliorare la qualità dell’apprendimento, facilitando l’accesso alle risorse e ai servizi, così come anche agli scambi in remoto e alla collaborazione a distanza. In questi giorni in cui ci domandiamo quando la quarantena potrà finire è necessario capire come organizzare la “fase di transizione” al fine di produrre la migliore exit strategy, mettendo le basi di una vera ripartenza del nostro Paese e magari pensando a nuove forme di insegnamento e di lavoro.
Google ha messo online la piattaforma “Insegna da casa”, un portale in lingua italiana (e in diverse altre lingue) per gli insegnanti, con informazioni, suggerimenti e formazione sugli strumenti del pacchetto Google for Education. Il progetto per l’insegnamento a distanza fa parte delle misure messe in campo dalla compagnia californiana per rispondere al coronavirus, e nasce con il supporto e la collaborazione dell’Istituto per le Tecnologie dell’informazione nell’educazione dell’Unesco. Anche Microsoft ha avviato un programma di collaborazione col Miur per sostenere la didattica a distanza e l’e-learning in Italia.
Docenti che, dall’oggi al domani, dovrebbero attivare o, in alcuni casi, solamente lavorare sulle piattaforme per la didattica. Necessità dell’oggi si cui, in effetti, si dovrebbe ragionare intorno ad esse come metodologia Learning Management System rientrante nella libertà di insegnamento garantita.
Gli insegnanti devono aggiornarsi subito ed è giunto il momento di farlo anche abbastanza rapidamente.
La distanza crea un’attenzione e una disponibilità maggiori, ed è così che vengono predisposte aree commenti, chat, gruppi privati su Facebook e chat collettive su WhatsApp che creano una continuità con la lezione frontale. L’e-learning ben si adatta alle varie esigenze di ognuno. Dai lavoratori agli studenti, che vogliono integrare il proprio percorso grazie a nuovi corsi. Non si tratta solo di una questione di on-demand, bensì di tempi di studio in linea con la propria disponibilità di tempo e la motivazione personale. Trasmettere la conoscenza, monitorare l’apprendimento e rivedere gli elementi appresi. A livello manageriale è un ottimo strumento per valutare le performance, mentre per il governo e le istituzioni in genere, l’e-learning sarà usato per promuovere le riforme. Diversi settori si serviranno dell’e-learning per diffondere le cosiddette soft skills, facendo formazione per la vendita o per aumentare le conoscenze dei lavoratori, degli studenti e dei dottorandi a tempo indeterminato.
Una volta verificata l’idoneità del soggetto all’e-learning, occorre elaborare un metodo che ben si adatti alle esigenze cognitive del discente e che tenga conto delle sue finalità; se trascurate o ignorate, difficilmente il processo formativo può avere successo e verrebbe meno il rapporto di fiducia e sintonia che deve instaurarsi tra il tutor e chi apprende. L’e-learning deve diventare strumento di un ragionato metodo di insegnamento che tenga conto del contesto in cui verrà applicato, e non viceversa. Una metodologia su cui riflettere poiché il futuro e le emergenze non sono rinviabili.
Oggi, con la pandemia da coronavirus che attanaglia tutto il mondo, tale approccio è divenuto essenziale e fondamentale, un adattamento da rincorrere il prima possibile.