Le criptovalute sono al centro del nuovo piano d’azione promosso dalla Commissione europea per aggiornare la direttiva in materia di cooperazione amministrativa (DAC) con l’obiettivo di ampliarne il campo di applicazione e rafforzare il quadro della cooperazione amministrativa.
Questa iniziativa denominata “DAC 8” è volta a migliorare la cooperazione tra le autorità fiscali nazionali al fine di garantire un’adeguata tassazione dei redditi e dei ricavi relativi ai nuovi mezzi di pagamento e di investimento, ed in particolare le cripto-attività e la moneta elettronica.
In tale contesto, la Commissione ha deciso di avviare una consultazione pubblica, che avrà termine il 2 giugno 2021, con l’obiettivo di raccogliere i pareri dei portatori di interessi in merito a due aspetti principali:
- le cripto-attività, la moneta elettronica e la fornitura di servizi da parte degli intermediari;
- il rafforzamento del quadro dell’UE sulla cooperazione amministrativa, in particolare sulle misure di conformità relativi agli obblighi di comunicazione derivanti dalle norme comunitarie.
Le informazioni raccolte dovrebbero consentire di definire gli obblighi di comunicazione che assicurino per i soggetti coinvolti una tassazione equa evitando oneri amministrativi eccessivi ed al tempo stesso garantiscano pari condizioni e una regolamentazione comune per i paesi dell’UE anche in materia di criptovalute.
Questa iniziativa dovrebbe fornire nuove informazioni ai 27 Stati membri dell’Ue per consentire lo scambio dei dati al fine di accertare la corretta tassazione del reddito e delle entrate relative ai nuovi mezzi di pagamento e di investimento, in particolare i cripto-asset e la moneta elettronica.
Per favorire un approccio più sinergico e coordinato nei controllo, le istituzioni stanno anche valutando come poter utilizzare i dati raccolti anche per valutare la corretta applicazione della normativa Iva. Saranno infine prese in considerazione sanzioni pecuniarie e qualsiasi altra misura di conformità per garantire un’efficace rendicontazione e prevenire le distorsioni generate dalle differenze tra i quadri di conformità degli stati membri.