Ecco due esempi che mettono in luce come l’emergenza coronavirus abbia lasciato in ginocchio il mondo del commercio, e di come il Governo abbia adottato interventi non sempre adeguati e tempestivi.
La chiusura dei punti vendita pare abbia dato il colpo di grazia alla catena Scarpe & Scarpe, che ha presentato istanza di concordato preventivo al Tribunale Fallimentare di Torino, città dove l’azienda ha la propria sede principale.
Le organizzazioni sindacali hanno ricevuto la comunicazione ufficiale dell’istanza di concordato preventivo a causa della previsione di mancate fatturazioni per circa 50 milioni di euro, dovute all’emergenza da Coronavirus, che andrebbero a sommarsi a pregresse passività. Una condizione che pone fortissime preoccupazioni sul futuro dei circa 1800 dipendenti dislocati nei 153 punti vendita del paese.
Tutti i dipendenti oggi versano in evidente difficoltà al reperimento di forme di reddito: al mancato saldo della mensilità di febbraio si aggiungono i tempi di attesa per la riscossione della Cassa Integrazione, quando l’Inps sarà in grado di metterla in pagamento.
Altra situazione delicata è quella vissuta da Gino Sorbillo, uno dei più noti pizzaioli napoletani. Così ha raccontato al portale Fanpage.it: “Dovrò chiudere almeno quattro locali: quello sul lungomare di Napoli, che ha costi d’affitto molto alti, Zia Esterina al Vomero, ma anche due punti vendita di Milano, credo Olio a Crudo e Zia Esterina.”
In Campania, va ricordato, vige una ordinanza regionale più restrittiva di quella nazionale e non è possibile nemmeno cucinare il cibo d’asporto o a domicilio.
L’appello che Imprese del Sud rivolge al Governo è di programmare con urgenza interventi concreti, veloci e programmatici che possano dare una speranza a queste realtà del commercio, al fine di non perdere una fetta importante del nostro made in Italy o della nostra tradizione artigianale e manifatturiera.