Analisi di Tito Boeri sugli effetti della decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato 2015: picco di nuovi contratti a gennaio e dicembre ma copertura fino a settembre.
Per la decontribuzione delle assunzioni a tempo indeterminato effettuate nel 2015 il Governo stima di spendere un miliardo nel triennio 2015-2017 (e 500 milioni nel 2018). Lo prevede il comma 3, articolo 12 della Legge di Stabilità 2015. Ma dal momento che l’agevolazione sul contratto a tempo indeterminato fa decadere altre due misure di incentivi (stabilizzazione apprendisti e assunzione di disoccupati di lunga durata), di fatto se ne accaparra altri 900 milioni. Basteranno? Secondo il Governo per il 2015 sì (dal 2016 serviranno risorse aggiuntive), secondo l’economista Tito Boeri (La Voce.info) no: analizziamo il suo punto di vista.
Coperture a rischio
La relazione tecnica del Governo prevede che la misura costerà circa 1,9 miliardi euronel 2015 ( 4,8 mld nel 2016 e intorno ai 5 nel 2017 ) ma Boeri ritiene che ce ne vorranno quasi il doppio. Come mai questa differenza di stime? Il ragionamento dell’economista è che bisogna incamerare la previsione che le aziende, in presenza di incentivi, cambino i propri comportamenti in materia di assunzione: è presumibile, ad esempio, che in questi ultimi mesi del 2014 si abbia un rallentamento in attesa delle nuove agevolazioni nei contratti da gennaio in poi (quando ci sarà un piccolo boom). Allo stesso modo si può immaginare che a fine 2015 ci sia un nuovo picco, perché saranno gli ultimi mesi di assunzione agevolata.
Andamento assunzioni
Il Governo non terrebbe conto di questo andamento, ipotizzando che la misura sia destinata a creare un milione di posti di lavoro e distribuendo i nuovi contratti uniformemente nel corso dell’anno. Il risultato è che la durata media incentivata nel 2015 è misurata (erroneamente?) in sei mesi, mentre dal 2016 il costo sale perché a quel punto bisogna calcolare tutti i contratti attivati l’anno precedente (l’agevolazione dura 36 mesi). Dal 2018, poi, la spesa dovrebbe iniziare a scendere, fino ad esaurirsi con lo scadere dei 36 mesi degli ultimi contratti attivati.
Picchi (im)previsti
Boeri invece fa i calcoli ipotizzando un andamento diverso: concentra il 40% delle nuove assunzioni 2015 nel primo e ultimo mese dell’anno, ipotizzando un 20% in gennaio e un altro 20% in dicembre. Il restante 60% viene uniformemente distribuito fra febbraio e novembre. E con questo metodo, la stima dei costi 2015 sale a 3 miliardi. C’è una differenza di 1,1 miliardi. Il gap dal 2016, invece, fra le stime del governo è quella di Boeri, scende a 400 milioni.
Fine risorse
Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha già dichiarato che l’Esecutivo è pronto a rifinanziare la manovra: il problema è che, se si confermasse l’andamento sopra descritto, le sole assunzioni di gennaio brucerebbero i primi 600 milioni. Poi, bisogna calcolare circa 180 milioni al mese. In pratica, la soglia del miliardo e 900 milioni si supera entro fine agosto 2015 e già da settembre sarebbe necessario lo stanziamento aggiuntivo. Probabilmente, il Governo conta sul fatto che, per quella data, la ripresa economica sia già iniziata e che quindi le copertura ci siano senza bisogna di manovre aggiuntive.
Altre variabili
Un’altra variabile che incide sulla differenza fra i due calcoli è rappresentata dalla valutazione del salario medio: il Governo prende come base i dati INPS mentre Boeri quelli EU-Silc. Un’ulteriore variabile e la soppressione delle precedenti agevolazioni sull’assunzione di disoccupati e apprendisti.
Incentivi a confronto
Per gli apprendisti Boeri prevede che le imprese preferiscano attendere la nuova decontribuzione per tre anni, più cospicua rispetto a quella attualmente prevista (che dura un anno). Per i disoccupati di lunga durata, invece, si sostituisce un incentivo al 50% con uno al 100%, che però non comprende i premi INAIL. Tendenzialmente sarà più conveniente la nuova formulazione nonostante il tetto massimo di decontribuzione a 8.060 euro (stipendio medio di 1.500 euro al mese). Sopra questa cifra l’azienda paga solo la quota dei contributi eccedenti e quindi resta sempre più conveniente della vecchia Legge 409/1997. A rendere più vantaggiose le assunzioni 2015, potrebbe arrivare anche il Jobs Act, che prevede di eliminare l’articolo 18 per i nuovi contratti a tempo indeterminato per i primi tre anni.
fonte: lavoce.info