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mercoledì, Ottobre 30, 2024
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DIDAYS, l’analisi: come le aziende preparano la ripartenza

Come sono cambiati i trend e le necessità delle imprese, quali misure sono utili per ripartire e quali insegnamenti sono utili per la ripartenza.

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La ripartenza delle imprese al centro delle analisi degli analisti economici e degli esperti di mercato. Un tema che è stato al centro di una delle giornate del più grande evento italiano dedicato al Marketing Digitale, al Social Media Marketing e all’innovazione a 360 gradi. Stiamo descrivendo il Digital Innovation Days, evento interamente online, che ha analizzato e scoperto le aziende più “virtuose” che, durante la lunga fase di lockdown, hanno tratto vantaggio dalla situazione o si sono reinventate accelerando giocoforza il processo di digitalizzazione. Come sono cambiati i trend e le necessità delle imprese, quali misure sono utili per ripartire e quali insegnamenti devono essere tenuti a mente per il futuro. Strategie concrete e Case Study di successo presentati nella sala virtuale principale dai più autorevoli professionisti del settore, sia italiani che internazionali, con particolare riferimento al momento storico che stiamo attraversando. Inoltre, durante i lavori, sono state create sale verticali su temi legati al Web Marketing e all’Innovazione.

Durante i lavori, Nicola Neri CEO di Ipsos, ha relazionato sulle indagini svolte insieme ad Intensa Sanpaolo e ad Adecco e sulla creazione di un Osservatorio sulla ripresa delle imprese. Le aziende hanno raggiunto la consapevolezza che i nuovi scenari e adattamenti economici e commerciali, in tempi di coronavirus, dureranno ancora tanto, dai dodici ai diciotto mesi a partire dal mese di ottobre 2020. “Le aziende guardano al coronavirus come ad una problematica e un rischio, ma ci sono sempre più imprese che iniziano a guardare alla situazione attuale come un momento per generare nuove visioni del lavoro, nuovi approcci con i dipendenti e nuove opportunità da innescare. Parliamo del 35% delle aziende italiane“, ribadisce Nicola Neri. La maggior parte delle difficoltà vengono registrate nei rapporti con i clienti italiani e internazionali. Più della metà delle imprese italiane guarda alla digitalizzazione come alla tematica urgente da affrontare. Particolare importanza assume il termine della comunicazione interna ed esterna delle aziende. “Le imprese hanno compreso che questa ripartenza e il periodo vissuto durante la fase più grave dell’emergenza sanitaria ha generato emozioni e sensazioni nuove nei cittadini e nell’approccio con i clienti. Emozioni che con il ritorno dell’emergenza sanitaria stanno variando. Per le imprese e per gli imprenditori è importante capire e conoscere tali sensazioni per non scollegare dalla realtà le proprie campagne comunicative e coordinare le proprie strategie con le aspettative del pubblico e dei cittadini“, ha relazionato Nicola Neri. Un altro tema al centro dell’interesse pubblico è quello della sostenibilità. Sette persone su dieci pensano che le imprese e gli imprenditori devono agire e affrontare, con forza, con i fatti e con posizioni concrete le tematiche della sostenibilità ambientale e sociale.

Con la pandemia, tutto ciò che veniva dato per scontato e assodato è variato. Tutti i valori dell’attualità sono stati messi in discussione e ciò ha generato cambiamenti di mentalità e di approccio da parte dei cittadini, del pubblico, dei dipendenti e dei clienti. Rimettere al centro le competenze, le sinergie, stipendi adeguati, combattere la precarietà e la perenne incertezza della posizione lavorativa, le regole della società. Rispettare ogni singolo cittadino, così come ripensare il risparmio, i consumi, i rapporti dipendente – imprenditore, il rapporto burocrazia – cittadini. Tali segnali, che emergono velocemente, devono far riflettere sulla ripartenza, generando nuove visioni tra imprese, clienti, dipendenti, imprenditori e lavoratori. Oggi, le imprese hanno il dovere di capire, osservare, ascoltare e analizzare i comportamenti che si intraprendono, le sensazioni delle persone, premiando la creatività e le competenze e dando valore a chi quotidianamente, anche da remoto, lavora alla crescita delle imprese, continuando a svolgere la propria occupazione. Tali variazioni si riflettono anche nello stile di vita, nella qualità dell’occupazione svolta e dello “stipendio” da valorizzare per chi lavora quotidianamente. Sostanzialmente, nessuno ha obbligato gli imprenditori ad intraprendere tale percorso e nel momento che si avvia tale percorso, tale scelta, bisogna rispettare chi lavora nel proprio circuito, premiando e sostenendo chi con competenza lavora alla crescita della struttura aziendale.

Il rischio è che con il cambiamento delle prospettive dei cittadini, dei professionisti e dei lavoratori, il rapporto tra impresa, cliente e liberi professionisti muti profondamente, così come è mutato il sistema di valori al quale siamo abituati. La digitalizzazione delle imprese, delle professioni e l’innovazione, così come la creazione di un clima lavorativo sereno, sono le prime occupazioni a cui dovrebbero pensare gli imprenditori della nostra attualità.

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