La blockchain entra all’Università di Padova per favorire la portabilità del titolo di studio, con meno burocrazia, più velocità e trasparenza.
L’applicazione parte dal fatto che la blockchain sia come un libro mastro con i documenti al suo interno, e che questo stesso volume sia a disposizione di tutte le persone che partecipano alla stessa rete. Il vantaggio quindi è chiaro: maggior trasparenza (quello stesso documento ce l’hanno in più persone) e maggior sicurezza (se quel documento viene cancellato/hackerato, comunque tutti gli altri della rete continuerebbero ad averne una copia).
Per la portabilità dello studio sarà utilizzato il Blockcerts, un certificato digitale che viene emesso da un’organizzazione che lo firma digitalmente. Nel caso concreto, l’Italia ha aderito ad un gruppo di 9 Atenei distribuiti in USA, Canada, Messico, Germania e Olanda e guidati dal MIT – Massachusetts Institute of Technology.
L’università di Padova e l’università Milano Bicocca sono le due istituzioni che hanno deciso di fare da apripista in Italia nel rilascio dei blockcerts a laureati e laureate. La sperimentazione patavina è partita in due corsi di studi magistrali: Informatica e Management dei servizi educativi e Formazione continua.
I certificati saranno a prova di falsificazione, saranno autentici e, come abbiamo capito, anche condivisibili senza dover sempre ricorrere al certificato cartaceo.
Lo studente non dovrà più perdere ore in coda alle segreterie, non dovrà più pagare i bolli per ritirare il certificato cartaceo e, in caso qualcuno richiedesse di verificare l’autenticità del suo titolo di studio, che sia qualche recruiter o qualche altra università straniera, potrà inviare un link attraverso il quale verificare la validità.