“Un ulteriore aggravio burocratico e un pesante drenaggio di risorse ai danni delle imprese è quello previsto dal decreto fiscale, recentemente esaminato dal Consiglio dei Ministri“: lo denunciano in modo unitario le imprese edili attraverso le sigle imprenditoriali, artigiane e le cooperative del settore (Ance; Anaepa Confartigianato edilizia; Confapi Aniem; Alleanza delle cooperative italiane – Produzione, Lavoro, Servizi; Assistal; Casartigiani; Claai; Cna costruzioni; Assoimmobiliare).
La misura prevede, infatti, che, in tutti i casi in cui un committente affidi a un’impresa l’esecuzione di un’opera, il versamento delle ritenute fiscali per i lavoratori impiegati in quell’appalto venga effettuato direttamente dal committente stesso, a cui l’appaltatore o subappaltatore deve anticipare le somme. In tal modo si chiede alle imprese di sottrarre propria liquidità senza peraltro poter utilizzare la compensazione con i rispettivi crediti fiscali.
“Ancora una volta – denunciano i costruttori – per combattere l’evasione fiscale si scelgono strumenti che mettono a rischio il fragile equilibrio finanziario delle imprese, già pesantemente danneggiate dall’introduzione dello split payment. Senza considerare che il meccanismo disegnato dalla norma costituisce un capolavoro di complicazione burocratica nella gestione amministrativa dell’appalto, mettendo così a rischio l’esecuzione dell’intera opera.“
Le associazioni delle imprese edili chiedono quindi un immediato ritiro della misura iniqua e dannosa che, così come formulata, punisce anche gli operatori sani del settore mettendone a rischio la sopravvivenza.