Tra le tante novità commerciali che la pandemia sanitaria ha innescato ritroviamo la crescita del consumo alimentare dei prodotti di qualità italiana in Svizzera. La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera ha organizzato un importante webinar di approfondimento volto alla conoscenza e alla comprensione del mercato enogastronomico svizzero nell’ottica dell’acquisto di prodotti italiani e nella vendita tramite piattaforme digitali.
Durante i lavori è stato presentato anche l’importante progettualità di alcune start-up che consigliano e seguono la vendita dei prodotti food attraverso una piattaforma di vendita on-line, di sistema del made in Italy, rivolta esclusivamente ai professionisti. I temi dell’export e del marketplace si intrecciano e si completano non solo per l’attuale situazione sanitaria e le relative limitazioni agli spostamenti, ma anche per il trend già evidente dell’aumento delle vendite on-line anche nel canale business-to-business.
Nel mese di ottobre 2020 le cifre d’affari del commercio al dettaglio corrette in base all’effetto dei giorni di vendita e dei giorni festivi sono aumentate in termini nominali del 2,6% rispetto ad ottobre 2019. Al netto delle variazioni stagionali, le cifre d’affari del commercio al dettaglio hanno presentato una crescita del 3,3% in termini nominali rispetto a settembre 2020. Questo è quanto emerge dai risultati provvisori dell’Ufficio federale di statistica (UST). Nel commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacchi le cifre d’affari sono progredite del 5,6% in termini nominali (in termini reali: +5,4%), nel comparto non alimentare hanno presentato una crescita dell’1,8% (in termini reali: +1,6%).
L’evento online ha approfondito le caratteristiche del mercato svizzero e le opportunità per l’export italiano che può offrire alle imprese che operano nel comparto agroalimentare e delle bevande con tutti i suoi risvolti: commerciali, doganali e di export online. Ha moderato i lavori Nicholas Placidi della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. Successivamente, nel tentativo di approfondire il rapporto tra consumatori e agroalimentare italiano, è intervenuto Fabio Franceschini, Coordinatore Agroalimentare della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. I prodotti alimentari e le bevande alcooliche italiane sono in Svizzera ben conosciuti e apprezzati. In tutte le maggiori catene di supermercati elvetici sono presenti, anche se in misura differente, prodotti d’esportazione italiani. “La Svizzera ha dei dazi altissimi per quanto riguarda alcuni prodotti legati al food che produce la Svizzera stessa. Tuttavia, il consumatore svizzero ha una conoscenza approfondita dei prodotti italiani, soprattutto del Nord Italia, e molta attenzione viene riservata alla qualità del vino italiano. Negli ultimi mesi gli importatori svizzeri chiedono prodotti e approfondimenti più specifici di conoscenza dei prodotti italiani di regioni non del Nord in Italia e in tale ottica si aprono prospettive enormi per le regioni meridionali e per le eccellenze agroalimentari del Sud“, ha ribadito Franceschini.
Risulta importate capire e interiorizzare che non è facile inserirsi nel mercato svizzero se non vi è una fidelizzazione autorevole con gli importatori locali e il consiglio degli esperti è quello di stimolare il pubblico e i consumatori locali attraverso delle corrette e precise campagne di comunicazione sul territorio. In tal modo si possono stimolare le vendite in Svizzera e far conoscere le eccellenze del food dell’Italia. Inoltre, l’Italia è il primo fornitore di formaggio in Svizzera. Il paese ama i formaggi a pasta fresca della nostra Penisola e le quote di esportazione dell’Italia superano di molto anche quelle francese.
In rapporto al vino, la Svizzera importa il 60% del vino che viene consumato e su 100 milioni di litri di vino svizzero, il Paese importa 200 milioni di litri. L’80% degli svizzeri consuma vino, anche se negli ultimi anni vengono registrati dei cali di consumo per il vino tradizionale, ma viene registrato un aumento dei vini trattati secondo le regole biologiche. Il consumo di vino avviene per lo più tra le mura domestiche e una quota più bassa è riservata per la ristorazione. Un giro di affari che è calcolabile intorno ai sette miliardi di franchi svizzeri.
La diffusone della pandemia sanitaria ha avuto degli effetti commerciali negativi per alcuni prodotti e dei vantaggi per altre tipologie di prodotti. La perdita economica si è avuta per prodotti quali vino, pesce e carne mentre un’importante crescita vi è stata per i prodotti da utilizzare a casa quali lievito, farine e granoturco. Le vendite online hanno registrato un boom calcolabile intorno al 30% e il paese possiede la percentuale europea di consumo più elevata in rapporto ai prodotti biologici. La Svizzera con un reddito pro capite di oltre 72.000 Euro rappresenta uno dei paesi più ricchi d’Europa e con un potere d’acquisto fra i più alti al mondo. La Svizzera si colloca al centro dell’Europa ed è un punto essenziale di passaggio tra i Paesi germanici e quelli latini. La domanda interna è sempre molto forte anche durante questi mesi di pandemia sanitaria. A tal riguardo, Euromed International Trade propone alle imprese del network ed ai clienti, che vogliono entrare sui mercati internazionali, un’offerta completa di servizi integrati per la comprensione del mercato in Svizzera e la successiva opera di internazionalizzazione.
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