La Commissione Europea ha pubblicato un regolamento che impone dazi definitivi sulle importazioni di estrusioni di alluminio originarie della Repubblica popolare cinese. I dazi antidumping imposti vanno dal 21,2% al 32,1%.
Questa imposizione rappresenta un altro esempio dell’impegno dell’UE per garantire che l’industria europea possa competere su un piano di parità e per difendere i posti di lavoro – 40.000 in tutta l’Unione – in un settore che vale 12 miliardi di euro.
La Commissione ha avviato l’indagine il 14 febbraio 2020 sulla base della denuncia presentata da European Aluminium per conto di produttori che rappresentano oltre il 50% della produzione totale dell’UE.
L’inchiesta ha rilevato che le pratiche commerciali sleali (dumping) degli esportatori cinesi hanno causato danni significativi all’industria europea, e che le misure per affrontare tali pratiche sono necessarie e nell’interesse dell’Unione. Tutte le parti coinvolte hanno avuto così la possibilità di difendere i loro interessi.
Il settore dell’alluminio soffre di molte distorsioni nel mercato globale causate dalla sovra-capacità cinese e da altre pratiche indotte dallo Stato, minando la concorrenza leale e mettendo in pericolo le aziende e i posti di lavoro dell’UE. Date le indicazioni che alcuni operatori sono pronti ad aggirare le misure, la Commissione monitorerà attentamente questo mercato e reagirà rapidamente a qualsiasi tentativo di eludere i dazi.