La Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) – in collaborazione con Fondazione Sviluppo Cà Granda e WWF Italia – ha radunato lo scorso 24 luglio, in Expo autorità istituzionali ed esperti nutrizionisti, per approfondire la paternità tutta italiana dell’ecologia alimentare.
Nel convegno organizzato ad Expo dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), alcuni Assessori di Regione Lombardia, Autorità istituzionali, amministratori locali, Rettori di università italiane, imprenditori e top manager della sanità pubblica e privata – hanno riaffermato la validità scientifica della Dieta Mediterranea sia sotto il profilo della salute che sotto quello ambientale.
Fino agli anni ‘80, dei cosiddetti alimenti funzionali, ossia dei cibi capaci di influire positivamente su funzioni dell’organismo, non si parlava perché erano la prassi. Stessa cosa per i prodotti a chilometro zero.. Oggi, invece, tutto questo è considerato una conquista. In quest’ottica, un esempio di buona pratica è quello di Fondazione Sviluppo Cà Granda, che nell’ambito del Progetto di valorizzazione del proprio (immenso) patrimonio rurale, ha avviato un progetto di filiera corta volto ad utilizzare per le proprie mense riso e latte prodotti nei terreni agricoli della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, come era una volta.
I 34 relatori presenti al convegno si sono fatti portavoce non di una teoria alimentare, ma di una sorta di appello alla comunità sia scientifica che sociale: la salute non è un patrimonio, perché si può anche nascere malati, ma l’ambiente lo è e, in quanto tale, va assicurato il più possibile. La conquista di un maggior stato di salute dipende dalla conservazione dei fattori ambientali che caratterizzano un territorio e da un’alimentazione che si potrebbe, quindi, definire ecologica.
La scienza medica avanza continuamente nella cura delle cosiddette “malattie del benessere” – arteriosclerosi, diabete, ipertensione, obesità, per citare le principali; “occorre che l’intera società contribuisca a tale progresso con una nuova cultura della prevenzione, che non si esaurisca nella diagnostica, ma si concentri innanzitutto sugli stili di vita alimentari e ambientali – ha sottolineato il Prof. Alessandro Miani, Presidente di SIMA – che ha aggiunto – Ambiente è anche ciò che occupa gli spazi vuoti all’interno del nostro organismo: cavità buccale, esofago, stomaco, così come trachea, bronchi e polmoni. E’ quindi da considerarsi ambiente anche il cibo che mangiamo così come l’aria che respiriamo. In quest’ottica, seguire buone regole alimentari significa salvaguardare la propria salute ma anche quella del Pianeta”.
L’Assessore all’Ambiente Regione Lombardia, Avv. Claudia Maria Terzi ha dichiarato: “Agricolture intensive e fertilizzanti chimici fanno male all’ambiente e al cibo che arriva sulle nostre tavole. I nostri figli hanno diritto ad una alternativa. Ma a concederla dobbiamo essere noi adulti. Il filosofo Feuerbach diceva: ‘sei ciò che mangi’. Io aggiungerei due interrogativi: Sai cosa mangi? Sai cosa sprechi? Mi auguro che da Expo qualcosa di buono e sano possa uscire…”.
Il Rettore dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, prof.ssa Cristina Messa ha sottolineato come il legame tra cibo e salute siano ampiamente studiati ma non così noti, soprattutto dalla popolazione che è sempre più anziana e non sempre ha un approccio psicologicamente corretto con l’alimentazione.
La dott.ssa Luana Gallo, intervenuta in qualità di Presidente della Fondazione Paolo di Tarso ha sottolineato come la Dieta Mediterranea é la grande protagonista dell’Esposizione Universale, che accende coscienze e saperi mondiali che hanno chiamato la stessa Fondazione da lei presieduta a dare il suo contributo per il miglior futuro dell’umanità, con l’isitutizone della prima “Biennale della Dieta Mediterranea e l’accesso al cibo sano”.
La Biennale,, ha dichiarato la prof.ssa Gallo, mira a valorizzare l’Agricoltura sostenibile e il modello alimentare del Mediterraneo (Dieta Mediterranea n d r.) perché capace di contrastare le Malattie non trasmissibili, tra le quali Cancro, Diabete, Obesità, Malattie Cardiovascolari. Malattie dovute in gran parte, come afferma la ricerca scientifica internazionale, al cibo spazzatura che negli ultimi decenni ha letteralmente invaso le nostre dispense e stravolto le nostre abitudini alimentari.
Per le Imprese del Sud, era presente il Presidente Sergio Passariello, nella doppia veste di Presidente della Mediterranean Academy of Culture, Tourism and Trade di Malta, che ha ritenuto concentrare l’attenzione dei presenti, sulla necessità di implementare azioni di cooperazione internazionale, per consentire alle popolazioni, oggi in difficoltà, di potersi approvvigionare dei necessari alimenti ed in particolare di cibo sano.
Le migrazioni per cause ambientali, ha dichiarato Passariello, tra le quali rientrano quelle da crisi alimentari, saranno una delle cause più frequenti nel prossimo futuro. Le persone, però, quando interrogate sulle loro motivazioni a emigrare, spiegano la propria scelta per cause economiche.
I fattori principali, invece che influiscono sulle condizioni che poi inducono alla migrazione sono legati al contesto ambientale. Eppure il nesso crisi alimentari-migrazioni non è tra i più indagati. Probabilmente perché, almeno nelle parti più fortunate del pianeta, abbiamo dimenticato da tempo quello che, come essere umani, abbiamo fatto in forme e modalità diverse per milioni di anni: cercare cibo. Di contro, in occidente si muore per troppa alimentazione. Malattie come il diabete, l’obesità, malattie cardiocircolatorie sono le principali cause di morte dei nostri concittadini e le nostre future generazioni non stanno ricevendo le adeguate informazioni per ridurre gli sprechi alimentari.
Durante l’incontro, è stata annunciata l’istituzione di un Osservatorio Internazionale sulla Dieta Mediterranea da istituire nella Repubblica di Malta, al centro del Mediterraneo, progetto che è stato sottoposto all’attenzione del PM Joseph Muscat durante il Malta Day del 16 luglio scorso.