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Export al via il restyling delle rotte commercio internazionale

Nei primi sei mesi del 2022 l’export italiano segna +20%, ma le incertezze spingono le aziende a modificare i propri piani.

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I dati non mentono mai e sanciscono che nei primi sei mesi del 2022 l’export delle aziende italiane ha segnato un +20%.

Ma anche di fronte a questo dato positivo dell’export (andrebbe analizzato non solo il volume d’affari ma anche l’effettivo utile prodotto) lo scenario futuro è preoccupante, in un contesto internazionale che, mai come nell’ultimo triennio, ha subito molti shock. Senza considerare le troppe incognite che spingono le aziende a spostare le produzioni in patria o presso paesi più affidabili, mettendo a rischio la propria competitività, a causa del caro energia e della tassazione più alta.

Secondo i dati presentati nei giorni scorsi da Ice e da Sace, i tassi di crescita maggiori rispetto agli altri Paesi esportatori, confermano la vocazione delle nostre imprese per i mercati internazionali e della capacità di gestire situazioni di estrema complessità.

La pandemia, come accertato, ha all’improvviso interrotto le catene di fornitura internazionali, la forte ripresa e l’inflazione ha determinato l’aumento dei costi per i noleggi marittimi e, quando alla fine si poteva tracciare una periodo di riequilibrio, è arrivata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con una guerra che ha definitivamente imposto un cambiamento radicale sulle strategie di export, destinato a ripercuotersi anche nei prossimi anni.

Questi i temi che sono stati al centro del convegno di studi “Cambiamenti geopolitici: i riflessi sul commercio internazionale”, organizzato a Milano nei giorni scorsi da Arcom formazione con Assocad.

Parola d’ordine reshoring

Se da un lato lo sviluppo del commercio internazionale, la realizzazione di regole comuni del World Trade Organization e la caduta dei confini economici hanno ridisegnato l’ambiente in cui si sono attivate le imprese per almeno un ventennio, cooperando a un clima di speranza, dall’altro il nuovo periodo che stiamo percorrendo sta velocemente avviando sbarramenti tra gli Stati e, con l’effetto negativi per le imprese esportatrici.

L’avvio di questo nuovo periodo di de-globalizzazione è stato determinato dalla guerra dei dazi, avviata da Trump come reazione alla delocalizzazione e alla sottrazione di posti di lavoro negli Stati Uniti, scia politica nella quale si è  collocata anche la Brexit e l’uscita del Regno Unito dal mercato comune europeo.

Un altro fattore decisivo che ha inciso sull’export è stata la pandemia: dal 2019, con il blocco delle industrie cinesi, in Occidente si è determinata la consapevolezza dell’importanza delle produzioni strategiche, evidente a tutti quando, a marzo, in Italia si è affrontato il dramma dell’assenza dei dispositivi di protezione individuale e di molti altri prodotti necessari, la cui realizzazione era stata delegata in Asia.

Interruzione delle catene produttive, il fermo delle industrie e dei contratti di fornitura, ha messo le imprese di fronte alla necessità di individuare soluzioni alternative di sopravvivenza e le ha costrette ad una rigenerazione delle strategie di approvvigionamento e di sbocco.

A seguito di questi cambiamenti forzati è partita la fase di reshoring, e ciò quella fase che ha imposto, a molte imprese di riportare a casa, o nell’ambito Paesi sicuri, la catena di produzione e di fornitura. Esempi di questa tendenza è la Apple, che ha deciso di spostare buona parte della produzione dalla Cina all’India, in accordo con il governo Usa che, poche settimane fa, ha ottenuto l’approvazione del “Chip and science act”, la legge che stanzia oltre 50 miliardi di dollari per promuovere la manifattura Usa dei semiconduttori, parte di un piano complessivo finalizzato al reshoring, tanto che si calcolano già 350 mila posti di lavoro riportati a casa da inizio anno.

Anche la guerra in Ucraina, come la pandemia, ha rappresentato un fattore imprevisto. Gli stati che hanno scelto di applicare sanzioni finanziarie ed economiche nei confronti della Russia sono soltanto il 19% di quelli mondiali, ma rappresentano il 59% del Pil mondiale. Si è creata, quindi, una spaccatura politica tra Stati occidentali (compreso anche Giappone, Australia e Nuova Zelanda, con Usa, Ue e Regno Unito) e gli altri Paesi non allineati, destinata a generare ripercussioni sia in ambito economico che nei rapporti imprenditoriali.

Sarà quindi necessario adattarsi ad un nuovo contesto, nel quale i costi aziendali non sono i soli a determinare le strategie aziendali, ma anche soprattutto i nuovi equilibri geopolitici che, com cambiamenti così repentini sono diventati fondamentali per programmare la scelta di fornitori, investimenti, mercati di sbocco.

Una vera e propria strategia di sopravvivenza che necessità di un’attenzione maniacale per poterla aggiornare, con consapevolezza e formazione, affinché si possano fronteggiare al meglio le nuove sfide. L’obiettivo delle aziende italiane, nel prossimo futuro dovrà essere quello di trovare nuovi Paesi di sbocco per il made in Italy, per esplorare nuove partnership con fornitori e clienti in Paesi sicuri, così da poter prevenire i rischi di conflitti economici con la filiera e i rischi di contestazioni da parte delle autorità competenti sul commercio internazionale, tra cui soprattutto l’Agenzia delle dogane e dei Monopoli.

Le proposte di EUROMED GROUP

Proprio partendo da questo nuovo contesto e da queste analisi, Euromed Group srl, ha definito nell’ultimo triennio, rapporti e relazioni economiche ed imprenditoriali con diverse aree del mondo, avviando diversi progetti d’internazionalizzazione, ai quali possono aderire le PMI Italiane al fine di diversificare la propria strategia di export, i propri rischi ed ottenere il massimo dalle proprie strategie d0internazionalizzazione.

CETA Project

Partner del CETA BUSINESS NETWORK, la prima business community dedicata alle relazioni tra Canada ed Europa, Euromed Group può offrire ai propri clienti, l’accesso diretto alla community ed a tutte le sue prerogative. Store online, gestione eventi, Formazione online, Ricerca personale e business directory.

In questo contesto, vengono sviluppati progetti export dedicati al mercato canadese come EXPORTIAMO IN CANADA, progetto dedicato a tutte quelle aziende che vogliono approdare, sul mercato canadese, mitigando rischi e massimizzando profitti.

Euromed Group ha dedicato specifici servizi per venire incontro alle esigente delle piccole e medie imprese, ancora non strutturate e che sono desiderose di internazionalizzarsi.

Il progetto “Exportiamo in Canada” nasce dall’esperienza pluriennale del team Euromed Group e dalla conoscenza approfondita del mercato canadese.

ASCAME project

Euromed Group è membro di ASCAME e media partner dell’evento annuale MedaWeek, che si tiene ogni anno a Barcellona (Spagna).

In quanto membri attivi, Euromed Group ha la possibilità di offrire ai propri clienti:

  • Stretta collaborazione con le più importanti organizzazioni e istituzioni internazionali della regione mediterranea.
  • La promozione export delle attività economiche regionali e internazionali.
  • Il coinvolgimento in progetti di cooperazione euromediterranea.

Di seguito i servizi per possono essere  implementati nell’ambito del progetto ASCAME.

ANIMA project

ANIMA Investment Network è una piattaforma per la cooperazione economica tra Europa, Medio Oriente e Africa.

Organizzata in rete, ANIMA offre competenze nello sviluppo economico e nella cooperazione, nella promozione degli investimenti, nella gestione dell’impatto e nel marketing territoriale.

La rete ANIMA riunisce 70 organizzazioni, compreso Euromed Group, membri in 20 paesi e più di 400 esperti e partner che possono essere mobilitati, coordinati da un team di 15 persone con sede a Marsiglia

MALTA BUSINESS project

Malta Business è uno dei principali network di export italo-maltesi che supporta l’internazionalizzazione nei paesi aderenti al Commonwealth.

In particolare Malta Business è il network di professionisti, con sede a Malta, in grado di assistere i clienti nella creazione, sviluppo ed organizzazione della propria azienda a Malta e non solo.

In un progetto d’internazionalizzazione non può mancare la politica fiscale, contrattuale e commerciale e Malta, rappresenta, nel panorama internazionale un’ottima soluzione.

Per ulteriori informazioni sui progetti promossi da EUROMED GROUP, compila e spedisci il seguente form. Sarai ricontattato prima possibile per una consulenza gratuita.

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