Fatturato in caduta libera per le imprese italiane

Fatturato in caduta libera (-19,7%) per le imprese italiane (spa e srl) nel primo semestre dell'anno con una perdita di oltre 280 miliardi di euro.

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Le piccole e medie imprese italiane stanno vivendo numerose problematiche economiche e le prospettive per quest’anno 2020 non appaiono per nulla positive. Fatturato in caduta libera (-19,7%) per le aziende italiane (spa e srl) nel primo semestre dell’anno con una perdita di oltre 280 miliardi di euro. A livello di macro-area la maggior sofferenza si avverte nel Nord-Est (-21,3%), mentre le isole (-17,6%) fanno registrare la minor perdita in termini di variazione percentuale.

Nel dettaglio emerge come nel solo mese di aprile, unico mese ad essere sottoposto interamente agli effetti della fase uno del lockdown, la perdita di fatturato è pari a 93 miliardi di euro (-39,1%). Le differenze territoriali riflettono la diversa struttura produttiva territoriale, soprattutto la differente composizione del peso del fatturato proveniente dalle attività industriali e del commercio che esprimono il peso maggiore in termini di fatturato delle società di capitali italiane e che risultano essere anche le attività più interessate dal lockdown. In particolare, il fatturato delle società di capitali dell’industria e di quelle del commercio, complessivamente prese, pesa per il 69% sul fatturato totale.

Tra marzo e aprile per quattro imprese italiane su dieci il calo del fatturato è stato superiore al 50%, secondo quanto fa sapere l‘Istituto nazionale di statistica. Lo studio ha l’obiettivo di raccogliere le valutazioni fatte dalle imprese stesse sugli effetti dell’emergenza sanitaria ed economica. Secondo quanto si legge nel report, “oltre il 70% delle imprese italiane (che rappresentano il 73,7% dell’occupazione) dichiara una riduzione del fatturato nel bimestre marzo-aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019: nel 41,4% dei casi il fatturato si è più che dimezzato, nel 27,1% si è ridotto tra il 10% e il 50% e nel 3% dei casi meno del 10%; nell’8,9% delle imprese il valore del fatturato è invece rimasto stabile“.

Il 51,5% delle aziende italiane prevede una mancanza di liquidità per far fronte alla spese da qui alla fine del 2020. Il 38%, invece, parla di concreti rischi operativi e di sostenibilità della propria attività. Il problema della mancanza di liquidità è più frequente nelle aziende di dimensioni di più piccole, che risentono maggiormente della crisi anche da un punto di vista del fatturato. Per quanto riguarda i settori, il problema è particolarmente marcato per le imprese delle costruzioni, soprattutto se più piccole, e per le micro-imprese dell’industria in senso stretto. Tra i settori più colpiti ci sono anche quelli tipici del Made in Italy, come la fabbricazione di mobili, l’industria del legno e le confezioni di abbigliamento. Preoccupante è anche il dato che emerge dall’Osservatorio sui bilanci dei commercialisti che ha misurato l’impatto dell’emergenza coronavirus ed il relativo lockdown sul fatturato delle società di capitali nei primi sei mesi dell’anno.

Secondo le analisi elaborate in rapporto alle imprese italiane, tra le province ad accusare maggiormente gli effetti della pandemia, Potenza (-29,1%), Arezzo (-27,2%), Fermo (-26,3%), Chieti (-25,8%) e Prato (-25,3%) con performance peggiori del dato nazionale, mentre resistono meglio Siracusa (-13,7%), Cagliari (-13,8%), Roma (-16,1%), Genova (-16,5%) e Trieste (16,7%).