Il 2021 sarà ricordato come l’anno dei nuovi fenomeni sociali e commerciali. La pandemia sanitaria ha generato un aumento delle modalità di acquisto online e molte attività commerciali hanno deciso di spostare online la propria forza di vendita. All’interno del contesto europeo, la Brexit ha generato nuove prospettive economiche e commerciali e numerose sono le variazioni che anche il mercato online ha subito. Con la Brexit molti si stanno chiedendo cosa cambierà per lo shopping online effettuato su siti di e-commerce inglesi dall’Italia.
L’Unione europea ha raggiunto un compromesso con il Regno Unito sullo scambio merci: un accordo a “tariffa zero”, che permetterà gli scambi sul piano internazionale senza l’applicazione di nuove tariffe sulle merci britanniche. I prodotti spediti da e per il Regno Unito dovranno essere conformi alle norme di origine per poter usufruire degli accordi a tariffa zero. Tuttavia, tali accordi non riguardano le procedure doganali, che verranno disciplinate secondo i termini stabiliti dall’Organizzazione mondiale del commercio, che prevedono dazi e controlli alla frontiera.
Chiunque compri su un sito inglese dovrà considerare il proprio acquisto al pari di uno effettuato su un e-commerce americano o cinese. Per quanto riguarda il Regno Unito, i dazi si applicheranno alle transazioni che superano le 135 sterline. Avendo più controlli anche i tempi varieranno e tale aspetto va considerato dagli imprenditori e delle imprese interessante a sviluppare attività e relazioni e-commerce con il Regno Unito. Chi è abituato ad acquistare da siti inglesi deve iniziare a valutare l’ipotesi che la consegna del pacco potrebbe richiedere un periodo di attesa maggiore. Inoltre, uno dei problemi che le autorità stanno cercando di risolvere, è quello relativo ai resi. Posto che molti e-commerce riconoscono ai propri clienti la possibilità di restituire la merce, il rischio che si corre è che su un pacco già inviato e tassato alla dogana si possa essere costretti a ripagare i dazi una volta che lo stesso verrà rimandato indietro.
Per venire incontro ai clienti e incentivare il proprio brand commerciale, molte attività di e-commerce tutelano le esigenze dei clienti facendosi carico delle spese doganali proprio per non scoraggiare l’acquisto, mentre altri si stanno attrezzando con l’apertura di centri logistici in altri paesi dell’Europa e confortandosi dell’antica amicizia con Malta dove poter svolgere operazioni di stoccaggio e logistica interne al mondo del Commonwealth. Tra il Regno Unito e l’Italia c’è sempre stato un proficuo scambio commerciale non solo tra aziende e fornitori ma anche tra i cittadini che sceglievano di acquistare prodotti da aziende inglesi e viceversa. È normale perciò farsi alcune domande su come cambierà d’ora in poi il commercio italo-inglese.
Secondo quanto riportato dalle statistiche economiche, l’export italiano potrebbe subire delle perdite per quanto riguarda i settori legati ai mezzi di trasporto e alla meccanica strumentale, ma importanti cambiamenti sono probabili anche per chi si occupa di vendita di vino e spumante. Mutamenti che riceveranno anche i singoli venditori, con chi si occupa di vendita al dettaglio e con chi ha un e-commerce online B2C per la vendita a clienti privati. Al fine di comprendere le potenzialità, le opportunità e le dovute modifiche aziendali da effettuare in rapporto alla propria attività e-commerce con il mondo britannico, ci si può affidare ai servizi di Euromed International Trade per definire limiti e potenzialità della struttura aziendale, definendo e rappresentando la scena in cui si andrà ad operare e coinvolgendo anche i dipendenti della società con le formazione e nuove skill da valorizzare.
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