Iniziano ad essere numerose le società di comunicazione che si sono rese conto dell’importanza del fattore antropologico nella promozione delle eccellenze italiane all’estero. Una efficace politica di penetrazione commerciale può e deve partire facendo leva, innanzitutto, sugli italiani all’estero. Le grandi migrazioni del dopoguerra che hanno portato milioni di Italiani in terre di altri continenti e hanno fatto sì che gli Italiani, innamorati ed attaccati visceralmente alla propria origine, si sono fatti portatori della Cultura, delle tradizioni e di tutto ciò che possiamo chiamare “patrimonio italiano“.
Attualmente gli Italiani all’estero, compresi quelli di discendenza, risultano essere più di 90 milioni, con un legame antropologico verso la loro Patria e verso le loro origini da farli divenire i maggiori contributori del successo del marchio “Made in Italy”. Sono 90 milioni di consumatori e promotori di “Italianità” su cui l’Italia può contare, 90 milioni di Italiani che comprano italiano e che consigliano di comprare italiano, 90 milioni di Italiani che mantengono e fanno conoscere quello che possiamo descrivere come il patrimonio materiale e immateriale della Nostra Penisola.
L’analisi di fattori sociali ed antropologici così come una sana attenzione alle esigenze di consumo degli italiani all’estero rappresenta una buona opportunità di penetrazione commerciale, di servizi per le società di internazionalizzazione e per le agenzie legate all’export. Bisogna prendere coscienza del fenomeno e della sua entità, conoscerlo nel dettaglio, comprendere le ragioni e le cause che lo alimentano: solo così si è in grado di governarlo, di “navigarne l’onda”, di immaginare iniziative e programmi di sostegno a queste nuove mobilità. Gli Italiani all’estero hanno costituito e potranno costituire ancora di più in futuro una risorsa non trascurabile per lo sviluppo dell’economia italiana. Far conoscere le esigenze e le necessità delle comunità italiane all’estero, adoperarsi sia per la comprensione dell’agroalimentare e della cultura italiana in tali comunità che valorizzare e ingaggiare gli “Italiani di successo”, quelli che tengono alto all’estero il nome dell’Italia con il loro lavoro, può rappresentare una chiave di volta per il successo economico nei mercati esteri.
Attualmente, oltre che di italiani all’estero possiamo parlare anche di aziende italiane all’estero. Le statistiche Istat ,degli anni recenti, sostengono che più di 25.000 imprese italiane sono presenti in più di 16 paesi con 1,8 milioni di addetti e un fatturato di oltre 542 miliardi di euro. Tra i fattori scatenanti non solo la riduzione dei costi, ma soprattutto l’accesso a nuovi mercati, l’aumento della qualità e lo sviluppo di nuovi prodotti.
I settori che maggiormente trovano facile accesso al mercato internazionale sono la fabbricazione di prodotti di elettronica, compresi computer e apparecchiature elettromedicali; i prodotti chimici e farmaceutici, l’ abbigliamento e la fabbricazione di mobili. A rendere più stimolante questo processo c’è il fatturato sempre più vantaggioso dei prodotti fabbricati dalle aziende italiane all’estero, prodotti spesso reimportati in Italia. I principali clienti e promotori di tale patrimonio sono proprio gli italiani all’estero che diventano “agenti di consulenza e Promoter naturali” del brand italiano all’estero. Sono anni che il dibattito politico sofferma l’attenzione sull’atteggiamento da avere nei confronti degli italiani all’estero, spesso abbandonati e non adeguatamente valorizzati. Tale ottica che la politica continua ad ignorare può divenire oggetto di attenzione imprenditoriale, un rapporto commerciale ed economico che potrebbe generare un nuovo patto per l’export tra le aziende e le eccellenze italiane con la comunità degli italiani all’estero.
Tale comunità può divenire una chiave di accesso per i mercati, la società e i substrati culturali esteri, adoperando politiche economiche efficaci di conoscenza e promozione dei prodotti e servizi italiani all’interno di altri contesti sociali. Un patrimonio umano che può valorizzare il lavoro delle società di internazionalizzazione e l’export dei nostri prodotti di eccellenza. Collegamenti sociali che nell’attualità sono ancora più vantaggiosi grazie all’azione online, alle opportunità di internet e dell’e-commerce per la promozione dei prodotti. Chi ha deciso di puntare molto su tale sinergia è il network di Euromed International Trade che vanta consulenti presenti, e che vivono, in vari contesti del Mediterraneo. Lo sviluppo della propria attività all’estero, secondo tali modalità, rappresenta oggi lo strumento strategicamente più valido e conveniente, la soluzione più indicata con investimenti iniziali contenuti e con ridotti rischi d’impresa.