E’ giunta al termine un’estate calda, anche sul fronte dei prezzi del grano duro, in quanto caratterizzata dal rischio costante di una fiammata dei rincari fino ai livelli record della crisi del 2008.
Nel mese di luglio il grano proveniente dal Nord America raggiungeva la quotazione di 372,14 euro/t a (+18,9% su base congiunturale), mentre sulle piazze di riferimento nazionali venivano rilevati aumenti del 10,6% su giugno a Bologna (327,40 euro/t), del 10,4% a Milano (326,75 euro/t) e dell’11,1% a Foggia (330,50 euro/t).
Fra le cause del crollo della produzione di grano, che sta portando ad un aumento dei prezzi, la siccità e il caldo record in Nord America ma anche le alluvioni di luglio nel centro Europa.
Il calo del raccolto in Canada – uno dei maggiori produttori al mondo – colpito in questa estate 2021 da una persistente siccità, accanto alla contrazione delle scorte globali per effetto di una domanda ormai stabilmente posizionata su livelli superiori all’offerta, e ad un aumento senza freni dei costi di trasporto delle merci, hanno portato ad un inevitabile aumento dei prezzi.
Anche in Europa e in Italia il prezzo del grano duro locale è cresciuto per gli eventi meteo estremi registrati quest’anno. Fra questi, le alluvioni di luglio nel centro Europa.
Un così marcato aumento dei prezzi del frumento duro potrebbe portare a un aumento importante del prezzo della pasta, alimento di riferimento per il mercato italiano.
Resta da vedere quale sarà l’evoluzione delle prossime settimane, anche sulla base della domanda di pasta a livello internazionale, che nel 2020 ha visto un boom durante i mesi di chiusura, per poi ridimensionarsi durante il 2021.