Avviare una rivoluzione digitale, tecnologica e occupazionale per i piccoli comuni della nostra Penisola. L’idea è quella di dare una scossa ai comuni italiani con meno di 5000 abitanti, molti dei quali lontani da visioni occupazionali vicine all’innovazione tecnologica e all’efficienza di prestazioni non burocratiche. Opportunità per le case comunali: a disposizione 42 milioni di euro per il rafforzamento della capacità amministrativa.
Nell’ambito della strategia programmatica definita dal PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, il Dipartimento della funzione pubblica ha stanziato ben 42 milioni di euro per interventi a sostegno proprio dei piccoli comuni, già gravati da carenze finanziarie e di organico che si sono ulteriormente accentuate a causa del coronavirus. Il rafforzamento della capacità amministrativa per lo smart working, anche in risposta alla contingente emergenza sanitaria, intesa come azione formativa abilitante rivolta sia al livello dirigenziale che ai dipendenti dell’amministrazione, per sviluppare e rafforzare le competenze necessarie alla definizione dei piani amministrativi di smart working e all’avvio dei processi di riorganizzazione necessari ad avviare i progetti di smart working. In sostanza, si tratta di avviare e implementare lo sviluppo di modelli di gestione delle politiche territoriali per il miglioramento dell’efficienza organizzativa e dei processi amministrativi, anche attraverso forme efficienti di gestione associata di servizi locali, di gestione delle risorse provenienti dalla programmazione europea, di programmazione e gestione di piani e modalità di reclutamento del personale.
Le attività previste dai Piani di intervento verranno realizzate, in accordo con le amministrazioni destinatarie, da uno o più centri di competenza nazionali individuati, che provvederanno a rendicontare al Dipartimento della funzione pubblica le attività realizzate, sollevando i soggetti destinatari da ogni onere di rendicontazione, o comunque attraverso modalità di rendicontazione semplificate, come ad esempio, i costi forfettari, che riducono significativamente gli oneri amministrativi in capo ai comuni. Nell’attuale situazione d’emergenza, ai fini della prevenzione e del contenimento della diffusione dell’infezione da coronavirus, il Governo italiano ha emanato decreti legge che semplificano l’accesso allo smart working, invitando le amministrazioni pubbliche a potenziare il ricorso al lavoro agile. In particolare, la Direttiva n.1 del 2020 – Emergenza epidemiologica COVID-2019, spinge ad adottare il lavoro agile e flessibile, utilizzando modalità telematiche per riunioni, conferenze, dibattiti, convegni e momenti formativi, applicando misure specifiche per le prove concorsuali e per i locali di lavoro. Tale disposizione è stata sostituita dalla Direttiva 2/2020 del 12 marzo 2020 che ha rafforzato ulteriormente il ricorso allo smart working, prevedendo che questa diventi la forma organizzativa ordinaria per le pubbliche amministrazioni.
Non dimentichiamo che cosa ha rappresentato la necessità di seguire la digitalizzazione dell’amministrazione pubblica, evidenziando l’importanza di accelerare sull’innovazione. Una finestra su quei milioni di dipendenti pubblici, a partire dal mondo degli istituti scolastici, i quali si sono trovati a gestire le proprie mansioni in remoto. Molti di essi, sia per mancanza di strumenti informatici e una connessione Internet robusta sia per la mancanza di un coordinamento organizzativo dei responsabili dei loro uffici, hanno prodotto davvero poco, ad essere buoni. Per recuperare il divario dagli altri Paesi, per incidere veramente, serve una visione di lungo periodo in cui la trasformazione digitale per le imprese, le startup e la Pubblica amministrazione diventi la base per la crescita economica nei prossimi anni.