L’analisi dell’andamento economico delle famiglie italiane mostra situazioni debitorie in aumento, anche nel corso degli ultimi anni. Ogni mese gli italiani pagano rate dei loro debiti per un valore medio di 380 euro, con punte di 520 in Lombardia e minimi di 250 in Sardegna. Il 44% si indebita per comprare casa ed il 32% per l’acquisto di beni durevoli.
Rispetto ai livelli di fine Millennio, il debito privato italiano delle famiglie sul Pil è più che raddoppiato. Un’indagine di Creopay – la newco fondata da Antonello Fontanelli per migliorare la performance e la qualità di vita dei cittadini- ha fotografato quella parte d’Italia che ha contratto debiti.
Dall’indagine Creopay è risultato che gli italiani pagano rate per un valore medio di 380 euro al mese.
«Ma è il credito al consumo nel suo complesso ad avere un peso ancora più considerevole. Considerando tutti i settori – dall’automobile ai viaggi– nell’ultimo anno il credito al consumo ha infatti segnato una crescita del 7,4%, sfiorando i 22 miliardi di euro, con una prevalenza di prestiti di importo inferiore ai 5.000 euro che costituiscono il 46% del totale» sottolinea Giorgio Mottironi, co-fondatore e chief strategy officer di Creopay.
Il 32% dei debiti si contraggono proprio per l’acquisto di beni durevoli come auto ed elettrodomestici ed un ulteriore 8% addirittura per le spese sanitarie.
L’indebitamento residuo degli italiani, ovvero i soldi ancora da restituire, ammonta oggi a 35mila euro medi pro-capite, con punte di 48 mila euro a Roma e di 52 mila euro a Milano.
Ma il 19% degli italiani paga in ritardo ed il 3% non paga affatto. Nel 95% dei casi il debitore sarebbe disposto a pagare ma non è in grado di farlo perché fino ad oggi sono mancate soluzioni «customer-centric».
«Fino ad oggi sono mancate soluzioni automatiche che avrebbero permesso di gestire la singola complessità dell’insieme collezionando dati, strutturando informazioni, pianificando azioni ed operando scelte in modo agile» commenta l’avvocato Antonello Fontanelli, che ha ideato Creopay al precipuo scopo di dare sostegno ai privati alle prese con «non performing exposures», ovvero in difficoltà nella restituzione dei prestiti ricevuti.
Quanti sono questi italiani in difficoltà?
Il bacino è di ben 16 milioni di italiani attualmente segnalati ai sistemi di informazione creditizia (SIC) perché non sono riusciti a restituire nei tempi previsti gli importi concessi loro da una banca o da una finanziaria.
Il baratro della saturazione della capacità di spesa del ceto medio è dunque sempre più vicino: una situazione che comporterà da parte dei consumatori la necessità di adottare efficaci metodi per controllare le spese ricorrenti rispetto alle proprie fonti di reddito e da parte dei fornitori la necessità offrire ai clienti l’opportunità di rateizzare anche i più semplici acquisti.
Un sistema economico nazionale che necessita urgentemente di modifiche, soprattutto, in ambito fiscale e per ciò che riguarda la tassazione. D’altronde, anche analizzando il disagio dei professionisti, determinato dal proliferare degli adempimenti fiscali, perdura da troppo tempo il caos legato agli indici ISA (ndr: indici sintetici di affidabilità contributiva).