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I fondi per il piano europeo sull’economia circolare

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Il piano d’azione europeo per lo sviluppo, l’implementazione e lo stimolo industriale a favore dell’economia circolare, una parte integrante del Green Deal, annunciato dalla Commissione Europea contiene misure per impedire che i prodotti non sostenibili entrino nel mercato UE, con requisiti minimi per gli imballaggi e azioni contro l’obsolescenza programmata. La Commissione europea indica il concetto di circolarità come “strumentale” per raggiungere l’obiettivo dell’Unione Europea di neutralità climatica entro il 2050, indicando una serie di misure relative all’intero ciclo di vita dei prodotti. Il piano include regole per progettare i prodotti con un maggiore impiego di materie prime riciclate e per durare più a lungo, più facili da riutilizzare, riparare e riciclare.

Il Governo italiano, le Regioni e gli Enti locali hanno trovato l’intesa sul decreto da 140 milioni per accedere alle agevolazioni per progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione dei processi produttivi nell’ambito dell’economia circolare. Obiettivo delle agevolazioni, previste dalla legge n. 58-2019 di conversione del decreto Crescita, è favorire la transizione delle attività economiche verso un piano, un modello di economia circolare, finalizzata alla riconversione produttiva del tessuto industriale. I beneficiari possono presentare progetti anche congiuntamente tra loro, previa indicazione del soggetto capofila. In caso di progetti congiunti devono essere realizzati mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete o ad altre forme contrattuali di collaborazione, quali, a titolo esemplificativo, il consorzio e l’accordo di partenariato.

Le agevolazioni sono concesse sotto forma di finanziamento agevolato entro il 50% dei costi ammissibili, e sotto forma di contributo diretto alla spesa fino al 20% delle spese ammissibili.

Le risorse complessivamente a disposizione ammontano a 140 milioni di euro, di cui 40 milioni per la concessione delle agevolazioni nella forma del contributo diretto alla spesa, a valere sulle disponibilità per il 2020 del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione e i restanti 100 milioni per la concessione delle agevolazioni nella forma del finanziamento agevolato a valere sulle risorse del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI). L’azione a monte del piano lanciato riguarda la progettazione dei prodotti, che dovranno essere pensati per durare più a lungo, essere più facili da riutilizzare, riparare e riciclare e incorporare il più possibile materiale riciclato anziché materia prima primaria. 

Focus sui settori che utilizzano più risorse e in cui il potenziale di circolarità è elevato.

La Commissione avvierà una serie di azioni concrete su:

  • Elettronica e ICT: un’iniziativa sull’elettronica circolare per una maggiore durata dei prodotti e per migliorare la raccolta e il trattamento dei rifiuti;
  • Batterie e veicoli: previsto un nuovo quadro normativo per le batterie, per migliorarne la sostenibilità e aumentarne il potenziale circolare;
  • Imballaggi: verranno introdotti nuovi requisiti obbligatori su ciò che è consentito nel mercato dell’UE, compresa la riduzione degli imballaggi (in eccesso);
  • Materie plastiche: nuovi requisiti obbligatori per il contenuto riciclato e un’attenzione speciale per le microplastiche e le materie plastiche a base biologica e biodegradabili;
  • Tessili: la Commissione prepara una nuova strategia per i tessili per rafforzare la competitività e l’innovazione nel settore e rafforzare il mercato dell’UE per il riutilizzo dei prodotti tessili;
  • Costruzioni ed edifici: anche in questo caso Bruxelles lavorerà ad una strategia globale per un ambiente costruito in modo sostenibile che promuove i principi di circolarità per l’edilizia;
  • Alimentare: prevista una nuova iniziativa legislativa sul riutilizzo, per sostituire imballaggi monouso, stoviglie e posate con prodotti riutilizzabili nei servizi alimentari.

Infine, la Commissione intende ridurre gli sprechi: l’attenzione si concentrerà sull’evitare del tutto i rifiuti e trasformarli in risorse secondarie di alta qualità che beneficiano di un mercato ben funzionante per le materie prime secondarie. Le politiche economiche, la competitività, posti di lavoro, la crescita, la sicurezza dell’approvvigionamento e la riduzione delle importazioni, continuano a essere il principale fattore che guida i Paesi nel passaggio verso l’economia circolare.

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