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I professionisti italiani e il continuo calo del fatturato

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Tempi duri quella della ripresa economica post-coronavirus. Mentre i dipendenti pubblici possono sperare in una continuazione dell’attività, senza alcuna variazione retributiva, attraverso lo smart working, per i professionisti, molti dei quali già lavorano con tale metodologia, si registra un ulteriore calo del fatturato. Il quotidiano delle Partite Iva lancia l’allarme: “la crisi economica si è abbattuta sui professionisti, che hanno visto il loro fatturato diminuire sensibilmente, soprattutto nelle fasce di lavoratori più giovani. Ad esempio, i professionisti dell’area giuridica hanno perso in sei anni il 23% del loro fatturato, mentre nell’area tecnica la percentuale è del 15%“.  L’eliminazione dei minimi tariffari ha finito per favorire una corsa al ribasso che ha fatto male a tutti ma soprattutto alle fasce più deboli di ogni categoria. Il problema quindi è quello dei compensi, ma anche lo split payment, il pagamento esente da Iva da parte delle pubbliche amministrazioni, delle loro controllate e delle società quotate, ha suscitato non poche polemiche, colpevole di danneggiare ulteriormente i professionisti, equiparati alle aziende, in grado di mettere ancora di più in ginocchio i fatturati dei professionisti di tutte le categorie.

Sparite le tariffe, sono entrati in vigore i parametri giudiziali, che servono al giudice per stabilire il valore della prestazione professionale nel caso si instauri su di essa una controversia. Il punto è che si tratta di dati non utilizzabili nel corso dell’ordinaria attività.

Se da un lato il reddito dei professionisti è in calo, dall’altro aumenta il numero degli iscritti alle casse previdenziali. Tra il 2005 e il 2014 il numero degli iscritti all’Associazione delle casse di previdenza private è aumentato del 20,02%, per un totale di 1.469.637 unità. L’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri (Enpam) ha registrato il maggior numero di adesioni, pari al 24,25% del totale degli iscritti all’AdEPP, seguito dalla Cassa forense (15,23%) e dalla Cassa nazionale di previdenza e assistenza per ingegneri e architetti liberi professionisti (Inarcassa) con l’11,40% degli iscritti. Il Sistema delle Casse è in crescita anche in termini di entrate: + 65,19% dal 2005 al 2014. Oggi, numerose sono le difficoltà che provengono dal mondo dell’avvocatura. In Italia ci sono 240mila avvocati. L’Ordine di Roma è il più numeroso d’Europa: conta 31 mila iscritti. «Praticamente sono i numeri di un comune medio italiano», riflette il presidente Antonino Galletti. «Oggi la situazione è drammatica e si procede col lanternino», spiega a Linkiesta. «Se prima del Covid c’erano ruoli con trenta udienze al giorno, ora se ne fanno quattro o cinque». E tutto il resto viene rinviato non a settembre, ma ad aprile o marzo del 2021. Il “lavoro agile” dei dipendenti degli uffici giudiziari consisteva nel mandare da casa le mail con i rinvii delle udienze, quando è stato possibile farlo. Senza contare che, se non sono in ufficio, i cancellieri non possono accedere alle banche dati e agli archivi.

Il Comitato unitario delle professioni (Cup) e del consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, ha mandato al governo un grido di allarme e molte proposte per la rinascita del settore degli autonomi. Bisogna muoversi contro la mancata attenzione verso i professionisti nei provvedimenti del governo per l’emergenza coronavirus. 

Garantire il diritto alla salute, alla prevenzione e alla sicurezza delle cure; garantire la parità di accesso dei professionisti alle misure di incentivo al lavoro e di sostegno nella fase di emergenza; rafforzare le misure in materia di politiche di investimento, programmi industriali sostenibili e innovazione. E ancora realizzare un piano credibile di semplificazione normativa; garantire l’applicazione del principio di sussidiarietà; ridurre la pressione fiscale; avviare un Green New Deal per progettare opere innovative e sostenibili e promuovere un fondo per lo sviluppo professionale sostenibile; avviare un piano di catalogazione dei patrimoni ambientali e culturali del Paese, di ri-progettazione e manutenzione, di investimento nella rigenerazione urbana e di mitigazione del rischio sismico e idrogeologico del territorio e delle opere; valorizzare e tutelare il patrimonio ambientale, artistico, paesaggistico e culturale per nuovi percorsi di crescita; investire in formazione professionale; Garantire affidabilità e sicurezza nel settore ICT, delle informazioni e delle telecomunicazioni accelerando il processo di digitalizzazione del Paese. 

La nostra attualità, il momento storico che tutti stiamo vivendo porta con sé i tratti di un cambiamento che ancora non riusciamo a definire in tutti i suoi aspetti ma che sicuramente avrà delle ricadute importanti in tutti i settori produttivi e imprenditoriali. Il mondo dei professionisti rischia di più delle altre categorie lavorative.

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