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I rapporti economici bilaterali tra Italia ed Israele

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Da sempre lo stato di Israele ha puntato sulla tecnologia, riuscendo ad affermarsi con successo. Negli ultimi cinque anni la sua crescita media annua è stata superiore al 3% e la sua economia è solida.

Nel 2018 il Pil ha fatto registrare un progresso del 3,3%, in lieve flessione rispetto al 3,5% del 2017 e al 4% del 2016.

L’ultimo dato negativo risale al 2002 ed era comunque stato di lieve entità (-0,2%), mentre dal 2004 al 2011 lo sviluppo ha toccato quasi il 5% annuo. Il tasso di disoccupazione è molto basso, essendo arrivato quasi al 4%, così come resta contenuta l’inflazione, che si mantiene sotto il punto percentuale.

Mostrano una grande solidità anche i conti pubblici: il debito è inferiore al 60% del prodotto interno lordo, un valore che fa fatica a rispettare anche la virtuosa Germania, che negli ultimi tempi mostra segni di crisi economica e politica. Recentemente, in occasione dei 71 anni dall’indipendenza dello stato di Israele, l’ Ambasciatore Ofer Sachs, durante un ricevimento a Roma con gli amici dello stato di Israele, ha ricordato i rapporti politici, culturali e commerciali tra Israele e l’Italia.

L’ambasciatore ha ribadito che lo scambio commerciale tra i due paesi quest’anno è stato di 4 milioni di dollari, grazie soprattutto all’agroalimentare.  

Nel 2017 le esportazioni sono aumentate del 3,5% a 41,2 miliardi di euro e le importazioni dell’8% a 55,3 miliardi di euro. I principali settori di esportazione sono stati i servizi finanziari e quelli legati alle tecnologie dell’informazione e comunicazione.

L’Unione Europea rimane il primo partner commerciale, nonostante negli ultimi anni il trend degli scambi commerciali tra il Vecchio Continente e Israele sia stato altalenante.

«In Israele ci sono 310 multinazionali che hanno aperto dei centri per la ricerca e per lo sviluppo – ha sottolineato recentemente durante una conferenza Ofer Sachs, Ambasciatore d’Israele in Italia – e tra queste ci sono Intesa Sanpaolo ed Enel, ma vorremmo vedere più aziende italiane nel nostro Paese. Israele e l’Italia collaborano in vari settori dall’economia al commercio. Dagli Anni Ottanta il nostro Stato è divenuto leader nella spesa sulla ricerca e l’innovazione ed, infatti, oggi è considerato un hub in questo settore. Girando spesso l’Italia ho visto grandi opportunità di collaborazione ed è chiaro che non stiamo sfruttando abbastanza le potenzialità offerte dalla new economy. Per farlo bisogna individuare quali sono i settori in cui i due stati sono complementari, dando vita così ad una più stretta cooperazione. L’Italia si deve rendere conto che può diventare per Israele un ponte verso il mercato europeo». 

La collaborazione con l’industria italiana, viene sempre più considerata dagli ambienti hi-tech israeliani come un naturale complemento nel passaggio dalla fase di ricerca e brevettazione a quella di realizzazione e commercializzazione dei prodotti finiti. Occorre ricordare infatti che il tessuto industriale israeliano non è molto articolato, con l’ovvia eccezione del settore della difesa.

L’Italia è quindi vista come un valido partner nella fase di industrializzazione dei prodotti e delle tecnologie, grazie alla diversificazione, flessibilità ed estensione del nostro sistema industriale.

Contestualmente negli ambienti imprenditoriali italiani è cresciuta la consapevolezza del rilievo assunto dall’high-tech israeliano e delle opportunità che offre.

In questo quadro, i rapporti economici bilaterali tra Italia ed Israele hanno visto affiancarsi al volume di scambi tradizionalmente cospicuo un flusso crescente di iniziative volte a stimolare la cooperazione scientifica, tecnologica e finanziaria tra i due Paesi.

Si sono inoltre concretizzate le prospettive della collaborazione nel settore dello spazio cibernetico, un ambito che vede Israele all’avanguardia e rispetto al quale è essenziale posizionarci adesso per le sue implicazioni in campo economico e di sicurezza. Le nostre imprese e start up sono molto interessate alle ricadute concrete di tale collaborazione in settori quali la sicurezze delle reti infrastrutturali, a partire da quelle energetiche. Si tratta dunque di un tangibile esempio di azione istituzionale a favore della crescita del sistema Italia.

Un paese dalla storia complessa e delicata ma che merita estrema attenzione e fiducia per le immense potenzialità che lo stato è riuscito ad elaborare. Elemento caratterizzante dell’economia israeliana è la quota di investimenti in ricerca e sviluppo, pari al 4,3% del Pil.

Questo dato permette a Israele di essere il primo Paese al mondo per numero di start-up per abitante divenendo una “start-up nation” per eccellenza.

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