Siamo in tanti a viverlo sulla propria pelle: l’emergenza coronavirus ha aumentato il nostro uso quotidiano dei social network, della messaggistica e di WhatsApp. L’utilizzo di tali social network diviene ancora più importante grazie ai nuovi servizi informatici che sono stati lanciati dai proprietari. Si chiama “WHO Health Alerts” ed è il nuovo servizio di WhatsApp per ricevere direttamente sullo smartphone gli aggiornamenti dell’Organizzazione mondiale della sanità sull’emergenza Coronavirus.
Ad annunciarlo è Mark Zuckerberg, numero di uno di Facebook e proprietario di WhatsApp.
“Abbiamo lavorato con l’Oms a un modo per avere informazioni autorevoli sul Coronavirus direttamente su WhatsApp”, ha scritto Mark Zuckerberg lo scorso fine settimana su Facebook: “Così tante persone volevano questo servizio che già prima dell’annuncio ufficiale, il link ha iniziato a circolare e quasi mezzo milione di persone si sono già iscritte“. Un nuovo modo di vivere la propria quotidianità che sta generando problemi per il sovraccarico dei server. Il traffico di chiamate e messaggi su Whatsapp e Messenger è più che raddoppiato in Italia, e negli altri paesi maggiormente colpiti dall’epidemia di coronavirus, ha reso noto il fondatore e proprietario di Facebook, Mark Zuckerberg, in una conferenza telefonica con un gruppo di giornalisti.
Facebook ha già raddoppiato di conseguenza la capacità dei suoi server, ma potrebbe non bastare a contenere il flusso di comunicazioni.
“Non siamo ancora di fronte a una epidemia massiccia nella maggioranza dei paesi del mondo. Ma se si arrivasse a questo, dobbiamo attrezzare le nostre infrastrutture per riuscire a sostenere il picco di traffico, per essere sicuri che non vadano in tilt“, ha affermato.
In Italia il traffico su Whatsapp è “ben oltre il picco che di solito si raggiunge a Capodanno e lo è in modo sostenuto nel tempo“.
“La sfida è ora riuscire a sostenere questo andamento“, ha aggiunto. I tecnici che si occupano dei server e della sicurezza continuano a recarsi al lavoro tutti i giorni, perché sono “in prima linea” nella gestione di questa emergenza. Al resto dei dipendenti Fb è stato chiesto di lavorare da casa.
I server del più importante social network sono ubicati in una cittadina ai confini del Circolo Polare Artico, popolata da circa 45mila abitanti e distesa su una penisola affacciata sul Golfo di Botnia. C’è un piccolo scalo aereo e c’è anche un porto che poi è il quinto della nazione, operativo anche d’inverno grazie ai rompighiaccio.
Un’immensa memoria connessa che offre una capacità di archiviazione ingente, un’adeguata protezione a intrusioni e un’operatività costante. Nel caso di Luleå, la cittadina nel Polo Nord, è importantissimo il supporto dato per tutti i dati che gli utenti su Facebook condividono e caricano online durante le attività quotidiane, come le foto e i video. I server di tale gigantesca memoria devono essere costantemente refrigerati per evitare surriscaldamenti che potrebbero mandare tutto in tilt. L’arrivo del coronavirus e il cambiamento delle abitudini di milioni di cittadini potrebbe generare enormi problemi per i tecnici e gli esperti dei social network, problematiche che potrebbero innescarsi a livello nazionale o addirittura internazionale.