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Il caro materiali frena il PNRR

Nel primo semestre del 2022 il caro materiali ed energia hanno inciso in modo negativo sull'attuazione del Pnrr.

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Ormai è accertato, nel primo semestre del 2022 il caro materiali e il caro energia hanno inciso in modo negativo sull’attuazione del Pnrr a livello di amministrazioni locali (-18% rispetto al primo semestre 2021), annullando, di fatto, le attese e le stime previste inizialmente per l’attuazione degli interventi del Pnrr; gli enti locali, a causa del burocratico e caotico meccanismo di rimborsi alle imprese di costruzioni previsto dai decreti, sono costrette ad utilizzare le proprie risorse di bilancio, mentre le imprese combattono con i ribassi in gara.

E’ questa, sinteticamente, la conclusione dello studio diffuso in questi giorni dall’Irpet (Istituto regionale programmazione economica della Toscana) sull’andamento delle gare per l’affidamento dei lavori del primo semestre 2022, a partire dal dato dei 29 miliardi assegnati dal Mef alle amministrazioni comunali che sono state individuiate come soggetti attuatori del Piano.

Da quanto rilevato dall’Istituto, in questi primi sei mesi si è registrato un incremento inferiore alle attese. Infatti, teoricamente, se i 29 miliardi fossero tutti spesi si arriverebbe ad un aumento degli investimenti in opere pubbliche pari a quattro volte per i comuni e a una volta e mezzo per il resto delle stazioni appaltanti.

A questa conclusione, come riporta anche il quotidiano economico Italia Oggi, l’Irpet arriva partendo dall’analisi del valore complessivo delle procedure di lavori pubblici avviate nel primo semestre 2022, che sarebbe pari a 19 miliardi di euro, un dato assoluto positivo e in linea con gli incrementi registrati negli anni precedenti.

All’interno di questa analisi generale è necessario, di contro, differenziare la situazione degli enti locali, rispetto a quella delle società a partecipazione pubblica (comprese le concessionarie).

Le Amministrazioni locali infatti hanno iniziato procedure per un valore del 18% più basso rispetto al primo semestre del 2021, mentre l’insieme delle società a partecipazione pubblica e dei concessionari del 33% è più alto, dunque sostanzialmente in linea con le previsioni di incremento.

Se si analizzano poi le macroaree territoriali il dato negativo é al di sotto delle aspettative, mentre per quanto riguarda le amministrazioni comunali appare confermato e di natura generalizzato.

Al riguardo i ricercatori dell’IRPET, citano ad esempio le gare RFI per la linea ferroviaria Palermo Catania (2,4 miliardi di Euro) e di Anas per la linea stradale Ragusa-Catania (circa 1 miliardo di Euro). Il rallentamento generale rispetto alle attese sarebbe dovuto principalmente al caro materiali, fenomeno iniziato già nel 2021 ma che si è aggravato in questi ultimi mesi (e affrontato dal Governo Draghi con i decreti sulle compensazioni e gli adeguamenti).

Posto ciò l’analisi mette in evidenza come ” l’implementazione di queste misure è stata particolarmente difficoltosa, rendendole di fatto poco efficaci, soprattutto all’acuirsi della tensione sui prezzi registrata nel 2022.

Questo ha comportato da un lato che le amministrazioni si sono trovate con risorse insufficienti e hanno dovuto impegnare proprie risorse e, dall’altro, che l’ammontare dei ribassi si è infatti ridotto proprio a causa della tensione sui prezzi delle materie prime.

In prospettiva i ricercatori dell’Irpet auspicano che risultino efficaci gli interventi emergenziali del decreto aiuti: “i prossimi mesi diranno se le misure intraprese con il Decreto Aiuti, che ha introdotto elementi di maggiore flessibilità e previsto lo stanziamento eccezionale del Fondo per l’avvio delle opere indifferibili, siano o meno efficaci, in un momento molto delicato per la fase di avvio dell’imponente massa di investimenti del PNRR”.

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