Il 1° luglio una delegazione istituzionale e di imprenditori italiani parteciperà al Forum imprenditoriale italo-giordano, organizzato dalla Camera di commercio congiunta italo-giordana (Jiacc), in collaborazione con Ice-Agenzia di Amman e l’Ambasciata d’Italia in Giordania.
L’evento, che avrà luogo presso il Four Season Hotel di Amman, a partire dalle ore 11.00 del mattino, prenderà il via con gli interventi del ministro dell’Industria giordana, Tarek al Hamouri, il senatore Nael al Kabariti, il presidente di Jiacc, Cesare Trevisani, e l’ambasciatore d’Italia ad Amman, Fabio Cassese.
Quest’anno, ricorre il 70° anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giordania, celebrato con la visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo scorso aprile.
La visita del capo dello Stato nel regno ha fornito l’opportunità per rafforzare i legami economici e bilaterali.
L’Italia è il secondo esportatore europeo in Giordania e il terzo mercato per i prodotti giordani. Nel 2018 gli scambi economici bilaterali sono stati di circa 800 milioni di euro.
Durante l’evento, si parlerà delle opportunità di investimento in Giordania per gli investitori italiani nei settori delle infrastrutture, dell’energia, dell’approvvigionamento idrico, delle rinnovabili, dei dispositivi medici, dell’agroindustria, del turismo e dei servizi di informazione e comunicazione. Molte imprese giordane stanno già crescendo utilizzando macchinari e tecnologie italiane.
Una parte dell’evento sarà dedicata alla conferenza “Giordania, la tua porta di accesso alla regione per le forniture e la costruzione“, al termine della quale sono previsti b2b tra imprese giordane, irachene e italiane.
La missione imprenditoriale sarà seguita dalla “Country presentation” sulla Giordania prevista il prossimo ottobre, insieme alla missione degli imprenditori giordani che parteciperanno il 17 ottobre al Forum Economico arabo-italiano annuale, a Milano, a cui la Giordania sarà Paese ospite.
A livello regionale, Amman ha siglato l’Accordo di libero scambio dell’area araba allargata (Greater Arab Free Trade Agreement – Gafta) che coinvolge 18 paesi (Algeria, Arabia Saudita, Bahrain, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Kuwait, Libano, Libia, Marocco, Oman, Autorità nazionale palestinese, Qatar, Sudan, Siria, Tunisia, e Yemen).
Con l’Unione europea è in essere l’Accordo di associazione, in cui si inseriscono anche i progetti grazie ai quali ad alcuni profughi è stato assegnato un permesso per lavorare.
Dall’inizio di marzo, le autorità giordane hanno consentito ai rifugiati siriani di ottenere il permesso di lavoro presentando i documenti rilasciati dall’UNHCR ai richiedenti asilo e le carte di identità del Ministero degli Interni della Giordania.
Precedentemente, per avere il permesso di lavoro bisognava invece presentare il passaporto e la prova ufficiale di ingresso legale nel paese. Poiché la maggior parte dei siriani non ha un passaporto o un documento di ingresso legale, a molti era preclusa l’opportunità di lavorare. Le autorità hanno ora rimosso questo requisito, aprendo la strada per un impiego regolare a migliaia di siriani.
Inoltre, la Giordania ha un accordo d i libero scambio con i paesi dell’Efta (European Free Trade Association), ovvero Norvegia, Svizzera, Islanda e Liechtenstein.
A livello bilaterale, il regno ha accordi di libero scambio con Stati Uniti, Singapore e Canada.