I membri del parlamento del Lussemburgo, rappresentati dai tre partiti della coalizione di maggioranza, DP, LSAP e Déi Gréng, hanno votato l’adozione formale dell’accordo economico e commerciale globale tra l’UE e il Canada nel diritto lussemburghese. Il cosiddetto accordo Ceta è già stato approvato dal Parlamento europeo nel 2017 e anche altri 14 Stati membri hanno ratificato l’accordo. Nel paese il dibattito è stato incentrato attorno alla tematica giuridica dell’introduzione del cosiddetto sistema giudiziario per gli investimenti in sostituzione del sistema di risoluzione delle controversie “Investitore-Stato”.
Il Ministro degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn ha affermato che i continui confronti e dibattito con il Transatlantic Trade and Investment Partnership hanno generato ottimi negoziati per sviluppare gli accordi su CETA e quindi incentivare gli accordi commerciali tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea che sono stati effettivamente raccolti dalla Commissione europea, nel corso degli ultimi anni.
Ricordiamo, che l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada , è compatibile con il diritto europeo perché preserva la sua autonomia e lascia alla Corte Ue la competenza esclusiva sulla sua interpretazione. Sono le recenti conclusioni raggiunte dall’avvocato generale della Corte di giustizia europea, Yves Bot, su uno dei nodi più controversi per l’accordo siglato fra Bruxelles e il Canada. Il Belgio aveva bloccato la misura perché riteneva che il meccanismo, consistente nell’istituzione di un tribunale e una corte ad hoc sugli investimenti per regolare le dispute tra imprese e stato, potesse dare alle multinazionali straniere più poteri rispetto al diritto europeo e nazionale. Il paese aveva subordinato la sua ratifica del Ceta al parere dei giudici di Lussemburgo. Dopo l’opinione dell’avvocato generale, dovrà arrivare entro due-quattro mesi la vera sentenza della Corte, in genere allineata al verdetto dell’avvocatura. L’attuazione effettiva del Ceta richiederà comunque l’approvazione di tutti i 28 paesi membri. Secondo l’avvocato generale, la procedura di risoluzione delle controversie è «compatibile con il trattato Ue, il trattato Fue e la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue», in quanto «non lede l’autonomia del diritto dell’Unione e non incide sul principio della competenza esclusiva della Corte di giustizia nell’interpretazione definitiva del diritto dell’Unione». Nel dettaglio, Bot valuta che le garanzie che accompagnano l’istituzione della procedura di risoluzione delle controversie siano sufficienti in quanto il tribunale sugli investimenti avrà una competenza rigorosamente limitata ed è vincolato dall’interpretazione giuridica della
Corte Ue né può pronunciarsi sulla ripartizione delle competenze tra l’Unione e gli stati membri, mentre i giudici nazionali mantengono le loro prerogative.
Non sussiste quindi nessuno snaturamento delle competenze che i Trattati attribuiscono alle istituzioni dell’Unione Europea e agli stati membri. Motivazioni che hanno convinto anche le istituzioni e le autorità del Lussemburgo che hanno ratificato, in ambito nazionale, il trattato.