Negli ultimi decenni è stato calcolato che il 34 per cento della popolazione ittica del Mediterraneo è a rischio di scomparire. Inquinamento, cambiamenti climatici e pesca senza controllo hanno depauperato progressivamente la biodiversità di uno dei più delicati ecosistemi europei.
Per tentare di mettere una toppa prima di segnare per sempre il destino del bacino del Mediterraneo, la Commissione Europea e altre organizzazioni internazionali stanno lavorando ad nuova iniziativa comunitaria dedicata allo sviluppo sostenibile dell’economia blu nella regione del Mediterraneo occidentale.
Sono 180mila le imprese dell’economia del mare annotate nei Registri delle Imprese delle Camere di commercio italiane alla fine del 2013, pari al 3% del totale imprenditoriale del Paese.
Il turismo marino è l’ambito dove si concentra la maggior parte delle imprese della blue economy, in virtù del fatto che il 40% delle imprese dell’economia del mare è costituito da quelle che operano nel settore dei servizi di alloggio e ristorazione.
Ad esso si affianca il settore delle attività sportive e ricreative, nel quale è presente un altro 16% circa del tessuto imprenditoriale della blue economy. In parte connesso al turismo, si pone il settore della filiera ittica, pesca, lavorazione del pesce e relativo commercio, che conta ben 34mila imprese, il 18,9% del totale imprese dell’economia del mare. La filiera della cantieristica navale, uno dei comparti tradizionalmente più caratteristici dell’economia del mare sui mercati internazionali, è formata da poco più di 28mila imprese, quasi il 16% del totale.
Un ruolo importante lo assume poi la movimentazione marittima di merci e persone , “trasporti marittimi”, che comprende 11mila imprese, pari al 6,1% del totale imprenditoriale della blue economy. Risorsa strategica per occupazione, nuovi mestieri, economia e ricerca nel rispetto dell’ambiente.
Anche in questo campo l’obiettivo che dovrebbe affermarsi è quello della creazione di un network aziendale che promuova lo scambio di idee, iniziative e proposte economiche che, partendo dal meridione italiano, permetta alle imprese interessate di fare forza e sostenere programmi legati alla blue economy, al rinnovo tecnologico, all’eco-turismo e al rispetto dell’ecosistema.
Una visione che deve generare occupazione a cui l’Italia non può sottrarsi, essendo tra le protagoniste del Mediterraneo e leader economico della regione.