Il mondo della robotica è protagonista nel Programma nazionale per la ricerca 2021-2027, frutto di un ampio e approfondito confronto avviato dal Ministero dell’Università e della Ricerca con la comunità scientifica, con le amministrazioni dello Stato e delle realtà regionali, e allargato, per la prima volta tramite una consultazione pubblica, ai portatori di competenze e di interesse pubblici e privati e alla società civile.
Fra le tecnologie su cui puntare, il Piano sottolinea l’importanza dell’intelligenza artificiale applicata, soprattutto, all’innovazione delle città, alla sanità, alla sostenibilità e alla digitalizzazione avanzata dell’amministrazione.
Tra le azioni principali, il piano per la robotica prevede:
1) la creazione di un Istituto Nazionale di Robotica e Macchine Intelligenti, con una o più sedi locali sul modello dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare;
2) la creazione di un Dottorato nazionale, caratterizzato da un’impronta interdisciplinare e internazionale e un forte collegamento con Industria 4.0;
3) la definizione di un Programma Quadro Strategico per la Società, che rafforzi la collaborazione tra tutti gli attori e “crei un ecosistema virtuoso per accelerare la transizione verso una società sempre più produttiva, sostenibile, responsabile, sicura, resiliente, equa e inclusiva, grazie alla promozione e alla diffusione delle tecnologie”.
Riprendendo infine un’analisi dello scienziato robotico Gianmarco Veruggio, ripercorriamo i punti salienti riguardanti proprio queste misure.
- la robotica in ambienti ostili e non strutturati, cioè robot che permettano all’operatore di lavorare a distanza. Questi robot potranno essere applicati in ogni ambiente, tra cui sanità di emergenza;
- la robotica per l’industria 4.0. Fabbriche sempre più smart potranno impiegare robot collaborativi in grado di operare in sicurezza al fianco degli operatori umani. L’integrazione con la prototipazione rapida e la stampa 3D potranno innovare l’artigianato, aggiungendo “intelligenza” ai prodotti di design sofisticati tipici delle PMI italiane;
- la robotica per l’ispezione e la manutenzione di infrastrutture industriali e civili, per il monitoraggio di reti elettriche, acquedotti, dighe, viadotti, gallerie, metropolitane, reti ferroviarie ma anche beni culturali ed edifici storici;
- la robotica per il settore agroalimentare, un settore che contribuisce all’11% del PIL, per favorirne l’innovazione e lo sviluppo sostenibile;
- la robotica per la salute, per migliorare gli screening, espandere la robotica chirurgica, la robotica per la riabilitazione, la telepresenza.
- la robotica per la mobilità e i veicoli autonomi, finalizzata a cambiare il modello del trasporto individuale basato non più sulla proprietà di veicoli a combustione interna ma sull’impiego di sistemi di trasporto pubblico personalizzato mediante veicoli a guida autonoma.